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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2011 alle ore 12:51.

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Olli RehnOlli Rehn

Per il salvataggio della Grecia ci sarà un intervento in due tempi: domenica prossima bisognerà dare il via libera alla tranche da 12 miliardi, l'11 luglio decidere sulla partecipazione dei privati al secondo intervento d'aiuto. Lo ha detto il commissario europeo agli affari economici Olli Rehn lanciando un appello ai 27 «per superare le attuali divisioni». Rehn ha rivolto un appello ai Paesi della zona euro per superare le divergenze sul modo di aiutare la Grecia, con l'obiettivo di arrivare a un nuovo piano di aiuti l'11 luglio.

Appello ai leader dell'Ue
«Invito tutti i leader dell'Ue, in particolare i ministri delle Finanze della zona euro, a superare domenica prossima le divergenze che ancora sussistono per giungere a un accordo responsabile in questo momento critico», ha dichiarato Rehn. Riuniti l'altro ieri a Bruxelles, i ministri dell'eurozona non erano riusciti a mettersi d'accordo sui nuovi aiuti alla Grecia, in particolare sull'eventuale partecipazione di banche, istituti assicurativi e altri creditori privati della Grecia al nuovo piano di aiuti, dopo quello di 110 miliardi di euro in tre anni varato l'anno scorso.

Il vertice in Lussemburgo
I ministri si ritroveranno domenica e lunedì in Lussemburgo dove «discuteranno del contenuto e delle condizioni per un nuovo programma di aiuti alla Grecia, e della natura della partecipazione del settore privato, con l'obiettivo di giungere a qualche decisione alla prossima riunione dell'Eurogruppo l'11 luglio», ultimo incontro prima della pausa estiva, ha aggiunto Rehn. «Così eviteremo lo scenario di una bancarotta» della Grecia.

Fmi e Cina pronti a piani di sostegno
La crisi sul debito della Grecia intanto si fa sempre più critica: la Borsa di Atene continua a calare mentre l'euro resta indebolito. «Siamo pronti a intervenire, a fornire supporto» ha detto Min Zhu, esponente di primo piano del Fmi dando una misura della gravità della situazione. Un inatteso aiuto intanto è arrivato dalla Cina. Il governo della Repubblica popolare si è detto pronto a continuare ad acquistare il debito sovrano europeo, forte della sua fiducia nell'Eurozona e malgrado un eventuale default della Grecia.

Perché Pechino aiuta la Ue
La Cina si è definita "investitore a lungo termine" nel debito europeo tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei. Parole che il mercato interpreta come un segnale che il Dragone potrebbe far leva sulle sue enormi risorse finanziarie per evitare un tracollo della situazione. Non è la prima volta che nelle situazioni difficili la Cina si fa avanti con rassicurazioni sull'Europa. A favorire questi slanci "solidaristici" potrebbe contribuire la circostanza che ormai da anni il Vecchio Continente rappresenta il primo mercato di sbocco del gigantesco export cinese, che potrebbe risultare danneggiato quindi dall'eventualità di un deterioramento del quadrio economico Ue.

Ieri nel paese si sono svolte nuove dure manifestazioni di piazza contro i piani di risanamento del governo, che combinate alle pressioni sui mercati hanno spinto il premier George Papandreou a cercare una via di uscita in un rimpasto della compagine di governo. Sui bond ellenici già ieri lo sperad rispetto ai bund era arrivato a toccare ben 1.500 punti base.

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