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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 14:15.
Il progetto di semplificazione societaria di Rcs Mediagroup, approvato dal comitato esecutivo lo scorso 16 giugno, «comporta forti risparmi nei costi di gestione». Lo ha detto il presidente della società, Piergaetano Marchetti, agli azionisti riuniti oggi in assemblea straordinaria per dare il via libera all'operazione di semplificazione attraverso la modifica di due articoli statutari: l'articolo 2 sull'oggetto sociale) e il 19 sulle deleghe di poteri. Presenti in assemblea 74 azionisti rappresentativi dell'86,59% del capitale sociale di Rcs Mediagroup.
L'assemblea ha approvato a larga maggioranza le modifiche statutarie.A favore hanno votato anche i fondi esteri presenti nel capitale con una quota inferiore all'1%.
Le 10 società coinvolte
La semplificazione coinvolge dieci società, cioè Rcs Quotidiani (con Rcs Digital e Trovocasa), Rcs Periodici (con Editrice Abitare Segesta, Pubblibaby, Rcs Direct, Rizzoli publishing Italia e Sfera editore) e Rcs Pubblicità. «Le società non comprese del perimetro - ha detto Marchetti - non lo sono o perchè non sono possedute al 100%, ed è il caso di Rcs Libri, o perchè altre volte è la legge che chiede che certe attività siano in società singole, separate, ad esempio l'attività sportiva legata al Giro d'Italia o Trovolavoro». Dalla semplificazione societaria il gruppo editoriale conta di generare «risparmi diretti pari a 3-4 milioni di euro l'anno» e una volta a regime, come ha dichiarato l'ad, Antonello Perricone aggiungendo «non escludiamo altre efficienze oggi non quantificabili».
Azionisti invariati
Dalla lettura del libro soci, in apertura di assemblea, non sono emerse variazioni nell'azionariato principale. Mediobanca resta primo azionista (14,936%), seguono famiglia Agnelli attraverso Fiat (10,497%), famiglia Pesenti attraverso Italmobiliare (7,74%), Giuseppe Rotelli attraverso Pandette (7,639%), Diego Della Valle (5,499%), Premafin (5,461%), Pirelli (5,335%), famiglia Toti attraverso Sito (5,343%), Edizione srl (5,1%), Intesa Sanpaolo (5,042%), Generali (3,957%), Banco Popolare (3,634%), Merloni (2,090%) e Sinpar (2,060%).
Le testate in difficoltà
L'amministratore delegato, Antonello Perricone, ha annunciato di aver già in agenda per mercoledì 22 giugno un incontro con i direttori e i dirigenti di Rcs Periodici, per affrontare il tema delle otto testate in perdita cronica (Il Mondo, Max, Novella 2000, Visto, Astra, Costruire, Costruire Impianti e Ok-la salute prima tutto) che il gruppo aveva pensato di dismettere. Le offerte ricevute sono state ritenute inadeguate.
Situazione critica ma recuperabile
Le otto hanno dei numeri con «marginalità negativa, ma non tale da non poter essere recuperata con un'azione incisiva come quella che ci apprestiamo a fare», ha spiegato Perricone, sottolineando che «ogni tentativo sarà portato avanti con la massima attenzione e determinazione nella speranza che si possano portare avanti nuove possibilità di sviluppo». E sulla free press, in fase di difficoltà strutturale legata al calo della raccolta pubblicitaria, questo «non è un momento di mercato favorevole per ricevere offerte attraenti». Preoccupante, a suo avviso, anche il futuro del mercato pubblicitario in Italia, «particolarmente sul fronte della televisione, cosa che non capitava da anni». Positivo invece l'andamento sul web «dove gli investimenti decisi per lo sviluppo ci stanno premiando». Situazione pesante in Spagna in aprile e maggio, soprattutto per le tv e per il calo della raccolta che ha colpito soprattutto il quotidiano El Mundo per il quale «sono già stati lanciati interventi, anche occupazionali, per recuperare efficienza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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