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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 14:19.

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Mario Monti (Imago)Mario Monti (Imago)

«Sorprendere» i mercati con una politica decisamente comune e appoggiare gli eurobond. E' la proposta rivolta ai leader dell'eurozona da Mario Monti, presidente della Bocconi ed ex commissario europeo, e Sylvie Goulard, deputata europea, in un articolo pubblicato sui siti del Financial Times («Gli eurobond sono l'unica risposta alla crisi dell'Europa» ) e di Les Echos («Obblighi verso l'euro» )

Nell'articolo che caldeggia la creazione degli eurobond, idea che nell'ultimo anno si sta facendo strada nel dibattito europeo, non si fa menzione dell'iniziativa sugli eurobond del ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti.
I capi di Stato e di governo che si riuniscono oggi a Bruxelles – esordisce l'articolo - hanno di fronte «una scelta fondamentale». Possono ancora una volta fare grandi dichiarazioni assicurando che faranno «tutto quanto il necessario» per superare la crisi oppure possono decidersi ad «agire davvero».

Nel primo caso, i mercati alzeranno il livello di sfida alle autorità europee e prenderanno di mira Paesi più grandi, come Italia e Spagna, rendendo «tutto quanto il necessario» sempre «più costoso» e sempre «meno credibile». In alternativa, i leader dell'eurozona potrebbero mostrare una reale leadership.
Finora, spiega l'articolo, i mercati hanno guadagnato giocando sulle divisioni di Paesi che hanno preferito agire da soli. I governi hanno cercato di assicurare la «stabilità finanziaria» impegnando il denaro dei contribuenti per somme "astronomiche".«Queste somme possono essere considerate come il costo ultimo che i governi sarebbero pronti a imputare ai cittadini per continuare a comportarsi come se le sovranità nazionali esistessero ancora».

«Una strategia più efficace – afferma l'articolo - consisterebbe nel sorprendere i mercati optando per una politica risolutamente comune invece di mascherare le divisioni a colpi di denaro pubblico». Ciò presuppone che la Germania mostri "grandezza di vedute" e si impegni per politiche di lungo termine. Fortunatamente, si osserva, i due principali partiti d'opposizione tedeschi sono su linee pro-europee. Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schauble hanno quindi «l'opportunità di sostenere un'iniziativa che marcherebbe… i nostri obblighi verso l'euro: l'emissione di euro-obbligazioni». Si fa riferimento «all'emissione in comune di titoli in euro come strumenti di gestione del debito e non per il finanziamento di nuove spese».

La proposta – ricorda l'articolo – è stata concepita in particolare dagli economisti Jacques Delpla et Jakob von Weiszäcker del think-tank Bruegel nel maggio 2010; è stata presentata da Monti al presidente della Commissione Ue nel maggio 2010 ed è stata inserita da Goulard nei negoziati sul pacchetto "governance economica" del Parlamento europeo, attraverso il suo rapporto del dicembre 2010 sul rafforzamento dell'effettiva sorveglianza di bilancio nella zona euro. Il 22 giugno, il commissario Ue Olli Rehn ha dichiarato al Parlamento europeo che la Commissione elaborerà un rapporto sulla messa a punto di un sistema di euro-obbligazioni munite di una garanzia congiunta e solidale per accrescere la disciplina di bilancio e la stabilità dell'euro attraverso il gioco del mercato.

Tra le numerose opzioni possibili, Monti e Goulard accennano alla possibilità di conferire nuovi poteri al Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria Efsf. Senza entrare nei dettagli, queste obbligazioni «darebbero all'euro un'assise globale e rafforzerebbero la disciplina fornendo – infine! – una pressione dei mercati per meglio rispettare la disciplina prevista dai trattati». Non è detto che aumenti il costo di finanziamento degli Stati AAA, «vista la liquidità che offrirebbe questo grande mercato delle euro-obbligazioni e le turbolenze che esistono attualmente sul mercato del debito sovrano». Inoltre, «liberando la Bce dal ruolo che è stata costretta a svolgere, le euro-obbligazioni servirebbero l'interesse generale, rafforzando la banca centrale nella migliore tradizione tedesca».


Poco a poco, conclude l'articolo, «emerge un consenso sul fatto che sarebbe difficile concepire una soluzione durevole alla crisi senza ricorrere alle euro-obbligazioni. Il vertice della zona euro potrebbe almeno dare il chiaro segnale politico che questa proposta deve essere considerata immediatamente, in particolare nei suoi aspetti tecnici e giuridici. Una visione europea fondata sulla creazione di uno strumento europeo, poggiata su un calendario preciso, potrebbe offrire il modo di ripristinare la fiducia e la stabilità».

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