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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2011 alle ore 08:16.

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La Banca centrale europea (Bce) che decide di acquistare titoli di Stato italiani e spagnoli, Standard & Poor's che declassa il rating degli Stati Uniti: azioni impensabili soltanto fino a qualche settimana fa, ma che in quest'estate particolarmente calda (almeno sui mercati) mettono giustamente in apprensione i risparmiatori impegnati a difendere strenuamente il proprio gruzzolo.

«Devo vendere le mie azioni? Cosa rischio con i BTp che ho in portafoglio?» sono le domande che più di frequente riecheggiano all'interno delle famiglie di questi tempi. Interrogativi che si fanno sempre più pressanti con lo stillicidio di notizie in arrivo ogni giorno, ma ai quali è anche complesso dare risposte assolute. La decisione dipende infatti in modo cruciale dalla composizione del portafoglio e da quanta parte della ricchezza è impiegata nelle attività finanziarie che oggi oscillano paurosamente e che quindi sono percepite come maggiormente a rischio.

Chi ha in tasca soltanto 10mila euro in BoT o BTp ed è abituato a tenerli fermi nel cassetto rinnovandoli a ogni scadenza, per esempio, farà probabilmente meglio a non farsi spaventare: i suoi soldi sarebbero in teoria a rischio soltanto in caso di default dell'Italia, un'eventualità che - almeno in teoria - si allontana con l'arrivo del soccorso della Bce. Alleggerire la quota, parcheggiando magari il denaro in uno dei diversi conti deposito che offrono tassi allettanti, non è in teoria sbagliato, ma è una decisione che occorre valutare con cura. Chi vende adesso titoli di Stato italiani deve molto probabilmente mettere in conto una perdita secca e il gioco potrebbe non valere la candela.

Scegliere il momento più adatto per agire, quando i mercati sono così volatili, è compito più adatto a un oracolo che a un investitore professionista, figuriamoci per un risparmiatore fai-da-te che non ha a disposizione gli stessi mezzi sofisticati del gestore. Il tempismo sbagliato potrebbe costare quindi caro, a maggior ragione per chi ha puntato tutto sulle azioni, che casomai dovrebbe chiedersi perché non ha distribuito in modo più equilibrato in propri averi.

Diversificare (parola magica adatta a tutte le stagioni) non è per la verità facile quando si ha a disposizione un quantitativo limitato di denaro: alcuni strumenti potrebbero risultare inaccessibili e in alcuni casi le maggiori commissioni finirebbero per vanificare gli eventuali benefici. All'aumentare del denaro impiegato crescono però anche le possibilità di gestire in modo più efficace le situazioni critiche come quelle di questi giorni.

Dai 50mila euro in su (e a maggior ragione oltre la soglia dei 100mila euro) non solo gli strumenti finanziari accessibili si moltiplicano, ma diventa anche possibile effettuare aggiustamenti in corsa sul portafogli senza per questo rischiare l'osso del collo. Trasferire una quota non eccessiva di BoT e BTp verso altri strumenti di liquidità può in questo caso avere senso, così come ribilanciare la componente azionaria verso settori (e mercati, se possibile) meno esposti alle turbolenze.

L'importante è ragionare avendo sempre chiara in mente la situazione finanziaria generale della famiglia (considerando al tempo stesso il mutuo, come si può leggere nell'articolo della pagina a fianco) e soprattutto l'orizzonte temporale di impiego del denaro: se non serve nell'immediato, è inutile e forse dannoso prendere decisioni affrettate sull'onda dell'emotività.

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TAG: Bce

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