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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 08:27.
dall'inviato Stefano Carrer
TOKYO - Le Borse asiatiche interrompono la serie negativa prendendo spunto dai modesti guadagni precedenti di Wall Street per cercare una relativa stabilizzazione, ma il nuovo record dell'oro a quota 1.902,2 dollari segnala che è ancora forte l'orientamento verso i beni-rifugio generato dai timori di un rallentamento economico generale.
L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dell'1,22% a quota 8.733,01, mentre su alcune piazze i rialzi sono più accentuati (fino al 3-4% a Taiwan e Seul). Dall'inizio del mese, comunque, l'indice Msci Asia-Pacific (escluso Giappone) risulta in calo di circa il 15% e del 20% rispetto ai massimi toccati nel'aprile scorso.
Si è fermata la rotta di alcuni titoli automobilistici (con Toyota in rialzo dopo l'annuncio dell'accordo con la Ford nelle auto ibride, ma Honda ancora in calo), mentre il ministro delle finanze Yoshihiko Noda è tornato a "minacciare" chi specula sullo yen forte (oggi rimasto nella fascia alta di quota 76). Le possibilità di Noda di succedere a Naoto Kan come premier settimana prossima si sono molto affievolite dopo che l'ex ministro degli Esteri Seiji Maehara ha ufficializzato la sua discesa in campo per la leadership del partito democratico. Lunedì 29 è prevista la scelta dei grandi elettori, martedì 30 Kan si dovrebbe dimettere e già mercoledì il paese dovrebbe avere un nuovo Governo. Il vicepresidente americano Joe Biden a Tokyo ha tracciato un parallelo tra i problemi Usa sul debito e quelli del Giappone per la ricostruzione post-terremoto, dicendo che se c'è qualcuno che per questo pensa che i due Paesi siano da sottovalutare «sta facendo una scommessa molto sbagliata».
Dalla Cina, intanto, arriva il segnale relativamente positivo di un rallentamento solo modestissimo della produzione: secondo l'indice preliminare dei Purchasing managers' stilato per conto della Hsbc - che anticipa i dati ufficiali - in agosto l'attività nelle fabbriche dovrebbe far registrare una lieve frenata per il secondo mese consecutivo in quanto il dato è inferiore al livello-spartiacque di 50 che delimina l'espansione dalla contrazione. Tuttavia la lettura di 49,8 è superiore al 49,3 di luglio: il rischio di un "hard landing" dell'economia cinese appare remoto e questo ha ispirato una certa fiducia agli investitori. Il viceministro del Commercio Jang Yaoping ha avvertito però che l'indebolimento della domanda esterna legato ai problemi dei Paesi avanzati e i costi crescenti avranno un grande impatto su export e import.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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