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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 08:18.

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TOKYO - Prosegue l'offensiva delle agenzie di rating nei confronti dei Paesi avanzati a forte deficit e alto indebitamento: Moody's Investor Service ha declassato oggi il debito sovrano giapponese, portando la sua valutazione da AA2 a AA3, con outlook stabile. Rispetto alla clamorosa decisione di Standard & Poor's di togliere la tripla A agli Usa, la mossa di Moody's non giunge a sorpresa ed era anzi attesa; inoltre l'agenzia di rating non fa che allinearsi alle decisioni già prese da S&P's (e sostanzialmente anche Fitch), che già da alcuni mesi ha assegnato al Giappone una valutazione al quarto - e non al terzo - gradino massimo della scala, per di più con outlook negativo. Per il Giappone la tripla A viene mantenuta solo dalle due agenzie di rating nazionali: una di esse, la R&I, ha però preannunciato che potrebbe toglierla nelle prossime settimane. Il Fondo monetario stima che quest'anno l'indebitamento – il più alto tra le economia avanzate - raggiungerà il 233% del Pil, mentre il Governo giapponese utilizza criteri più ristretti e lo proietta al 181 per cento.

L'indice Nikkei, che aveva aperto in rialzo in scia alle buone indicazioni arrivate da Wall Street, ha girato in negativo chiudendo la giornata in calo dell'1,07% a 8.639,61 punti. Male in particolare le banche, che hanno subito anch'esse un taglio del rating.

L'abbassamento del rating, ha dichiarato Moody's «è determinato dall'ampio deficit del budget e dall'accumulo del debito governativo giapponese dalla recessione globale del 2009». La coincidenza con l'ennessimo cambio della guardia al Governo (settimana prossima ci sarà il sesto premier in sei anni) è casuale, visto che Moody's ha preso la decisione vicino alla scadenza ordinaria dei tre mesi di annunciata "messa sotto osservazione" in vista di un declassamento. Tuttavia «negli ultimi cinque anni, i frequenti cambiamenti nelle amministrazioni hanno impedito al Governo di intraprendere strategie fiscali ed economiche a lungo termine e politiche durature». In più «terremoto e tsunami dell'11 marzo e il susseguente disastro alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno ritardato il recupero dalla recessione globale del 2009 e aggravato le condizioni deflazionarie. Le prospettive di crescita economica sono deboli, il che rende più difficile per il Governo il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del deficit e l'attuazione del suo piano di riforma complessiva della fiscalità e della sicurezza sociale».

Il premier uscente Naoto Kan (che dopodomani dovrebbe annunciare le sue dimissioni) si è rammaricato per l'iniziativa di Moody's, mentre il ministro delle Finanze Yoshihiko Noda si è affrettato a sottolineare che la fiducia nei bond governativi non è venuta meno. Ieri, forse in un tentativo estremo di parare le conseguenze del colpo in arrivo, Noda aveva annunciato che il budget per l'anno fiscale 2012 contemplerà un taglio del 10% dei capitoli di spesa e confermato che l'emissione di bond ordinari sarà contenuto entro il tetto di quest'anno. L'impatto del downgrading, almeno nei prossimi giorni, sarà certo forte sul dibattito politico: i candidati alla presidenza del Partito Democratico - carica che implica l'assunzione della leadership dell'Esecutivo, visto che lo schieramento controlla la Camera bassa - dovranno spiegare soprattutto come intendono quadrare il cerchio della crescita economica in un contesto di necessarie riduzioni di debito. Seiji Maehara, il 49enne ex ministro degli esteri, è il favorito alla successione di Kan.

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