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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 16:17.

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Il ministro delle finanze greco Evangelos Venizelos (Reuters)Il ministro delle finanze greco Evangelos Venizelos (Reuters)

Si accentuano le tensioni sui titoli di stato della Grecia. Il rendimento dei decenali ellenici è salito al 17,29% e lo spread con i Bund tedeschi, i titoli governativi più sicuri dell'Eurozona, è volato a 1.514 punti, il nuovo massimo storico dall'introduzione dell'euro. In realtà il mercato del debito pubblico ellenico è da tempo in stato di illiquidità in quanto riflette le condizioni di insolvenza del paese. Però la disputa sulle garanzie che Atene dovrebbe offrire agli altri partner europei in cambio del nuovo piano di salvataggio da 160 miliardi di euro, di cui circa un terzo in capo agli investitori privati, fa sentire i suoi effetti.

Il nodo è emerso dopo l'iniziativa della Finlandia che ha recentemente sottoscritto un accordo bilaterale con la Grecia in cui, in sostanza, si condiziona la partecipazione di Helsinki al nuovo salvataggio ad una serie di garanzie. Atene dovrebbe insomma tenere in un deposito vincolato del denaro in pegno (si è parlato di un miliardo di euro). Una cifra che la Finlandia potrebbe incassare se la Grecia non dovesse rispettare il programma di risanamento dei conti pubblici.

Già nel corso del vertice europeo in cui è stato deciso il piano Marshall per Atene Helsinki, il cui governo ha l'appoggio del partito euroscettico dei "Nuovi finlandesi", aveva posto la questione delle garanzie. Si era addirittura parlato di chiedere ad Atene i propri patrimoni archeologici (come il Partenone o l'Acropoli di Atene) a titolo di garanzia.

Secondo l'agenzia di rating Moody's l'accordo bilaterale rappresenta una minaccia per il salvataggio di Atene. Se altri paesi seguissero l'esempio della Finlandia di fatto il piano collasserebbe. Il mercato attende di sapere cosa deciderà su questo fronte la Commissione europea. «Le discussioni proseguono», ha detto Amadeu Altafaj, portavoce del commissario per gli affari economici e monetario Olli Rehn. L'intesa bilaterale raggiunta tra Helsinki e Atene sulle garanzie supplementari chieste dalla Finlandia per partecipare all'operazione «deve essere accettata da tutti i Paesi» interessati prima di diventare operativa, ha aggiunto il portavoce. E attualmente il confronto sulla «fattibilità tecnica, legale e finanziaria» dell'accordo bilaterale è ancora aperto.

La struttura del nuovo piano di aiuti per Atene, dal valore complessivo di circa 160 miliardi di euro, è stato definita dal vertice straordinario dell'Eurogruppo svoltosi il 21 luglio scorso. In quella sede è stato anche deciso di ampliare il campo di attività del fondo salva-Stati Efsf consentendogli di acquistare titoli pubblici sul mercato secondario.
Ma i meccanismi operativi dell'accordo raggiunto tra i capi di Stati e di governo di Eurolandia restano ancora da definire e la richiesta di garanzie supplementari avanzata dalla Finlandia - su cui Germania, Olanda, Austria, Slovenia e Slovacchia hanno espresso importanti riserve - sta ora impedendo di portare avanti un lavoro che Bruxelles puntava a chiudere entro la fine del mese per poter rispondere, a inizio settembre, alle esigenze finanziare della Grecia. (An. Fr.)

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