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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2011 alle ore 17:33.

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La giornata di borsaLa giornata di borsa

Le Borse europee chiudono una giornata da profondo rosso dove, dopo una mattinata pesante, è mancata la bussola di Wall Street (chiusa per il Labor Day) per un eventuale cambio di marcia. Il DAX 30 di Francoforte ha ceduto il 4,9%, il FT-SE 100 di Londra il 3,24%, il CAC 40 di Parigi il 4,56%. Pesante anche Piazza Affari con il FTSE MIB che ha chiuso in calo del 4,83% e il FTSE IT All Share a -4,35%. L'ennesimo scivolone delle Borse europee ha mandato in fumo 253,7 miliardi di euro in capitalizzazione. L'indice d'area Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali listini del Vecchio Continente, ha lasciato sul terreno il 4,14 per cento.

A trascinare i listini al ribasso, una serie di fattori: a cominciare dagli strascichi dei deludenti dati pubblicati venerdì sull'occupazione negli Stati Uniti dove ad agosto non è stato creato nessun nuovo posto di lavoro, con il tasso di disoccupazione imballato al 9,1%. A ciò si deve aggiungere la sconfitta elettorale del partito del cancelliere tedesco Angela Merkel (Cdu) che getta un'ombra in più sui mercati sulla sostenibilità dell'euro in questa fase dove di ombre ve ne sono fin troppe.

Le Borse sono state penalizzate anche dal crollo di alcuni titoli del credito europei, coinvolti nella maxi indagine americana sui prodotti subprime. In questa spirale di avversione al rischio sono tornate le tensioni sul mercato obbligazionario, con la corsa degli investitori al rifugio Bund tedesco, il cui rendimento sulla scadenza a 10 anni è scivolato al minimo di tutti i tempi (1,89). Di converso lo spread tra i BTp e il Bund tedesco è arrivato a quota 365, il massimo da quando (8 agosto) la Bce ha iniziato a comprare titoli italiani e spagnoli sul secondario proprio per sostenere la domanda ed evitare balzi ulteriori degli spread. È intervenuto anche il governatore della Banca d'Italia e prossimo governatore della Bce, Mario Draghi, spiegando che l'intervento della Bce a sostegno dei titoli di Stato italiani (annunciato lo scorso 8 agosto) non è a tempo illimitato e non va dato per scontato.

Banche europee nel mirino
Tra i singoli titoli, come detto, pesante il comparto bancario colpito dalle incertezze legate alla tenuta del debito sovrano europeo. A ciò si aggiungono le indiscrezioni secondo cui alcuni istituti europei sarebbero coinvolti nella maxi indagine americana sui prodotti subprime.

Nei giorni scorsi, indiscrezioni di stampa hanno riferito che la Federal Housing Finance Agency, l'autorità federale che gestisce i giganti dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac (finiti sotto il controllo del Governo a seguito della crisi finanziaria), si prepara a fare causa ai maggiori istituti finanziari per obbligazioni collegate ai mutui (i cosiddetti subprime), nel tentativo di recuperare miliardi di dollari di perdite derivate a investimenti rivelatisi fallimentari. Nel mirino dell'autorità non ci sono solamente istituti Usa come Bank of America, JpMorgan Chase e Goldman Sachs, ma anche alcuni europei alla stregua di Deutsche bank, Barclays, Rbs, SocGen, Credit Suisse e Hsbc. Titoli che oggi hanno sofferto pesantemente sui mercati. Anche a Milano il settore delle banche è andato giù: Intesa Sanpaolo (-6,96%) e Unicredit (-7,3%) guidano i ribassi. Pesanti anche i titoli della galassia Fiat e Mediaset.

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