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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 12:30.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2011 alle ore 19:40.

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Va in scena un plateale disaccordo transatlantico a Wroclaw (Breslavia), in Polonia, all'avvio dei lavori del vertice tra responsabili economici dell'Unione europea. Come di consueto il Consiglio Ecofin è stato preceduto dall'Eurogruppo - che tra l'altro ha deciso un allarmante rinvio sul versamento della nuova tranche di aiuti alla Grecia - e che ha registrato una prima assoluta con la partecipazione del segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner. Si è quasi autoinvitato, dopo settimane in cui ha martellato gli europei di esortazioni a fare di più per risolvere la crisi debitoria. Solo che la sua zelante incursione sembra aver avuto come unico esito quello di creare irritazione.

Geithner è venuto a fare richieste esplicite, tra cui quella di aumentare la mole del fondo anti crisi europeo. Gelido il presidente dell'Eurogruppo: «Non discutiamo della dotazione del Fondo con paesi che non fanno parte dell'area euro», ha affermato Jean-Claude Juncker, puntualizzando che all'esponente Usa è stato consentito di partecipare solo alla prima fase dell'Eurogruppo (poi è rientrato all'Ecofin che è il Consiglio tra i ministri di tutta l'Ue a 27).

L'esponente americano, per parte sua, ha parlato di «divisioni tra governi dell'area euro e Bce», che pongono «rischi catastrofici» in una fase in cui invece tutti dovrebbero lavorare assieme. Ha redarguito le autorità dell'area euro a fare attenzione alle dichiarazioni, e a evitare «di parlare di smantellamento delle istituzioni dell'euro». In generale «non vogliamo una Europa indebolita da una crisi prolungata, per noi è meglio se l'Europa è più forte e continueremo a fare quanto possiamo per aiutare l'Europa a gestire queste vicende».

Chi oggi forse ha espresso meglio le critiche europee a Geithner è stata l'energica austriaca Maria Fekter, ministro delle Finanze. Rappresenta uno dei paesi scettici sugli aiuti alla Grecia e sull'aumento della mole del Fondo europeo anti crisi, che viene chiesto da Geithner. «Trovo singolare - ha detto - che gli Stati Uniti che accusano fondamentali sui conti pubblici peggiori dei nostri ci vengano a dire cosa fare, laddove quando siamo noi a dare loro suggerimenti ci dicono che non c'è verso».

Olli Rehn, stallo ripresa ma non recessione
Durante la conferenza stampa al termine della prima giornata di lavori all'Ecofin, il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, ha detto che la ripresa economica nell'area euro si è indebolita e si profila «uno stallo» durante il secondo semestre, ripetendo che la Commissione non prevede una recessione. Ai responsabili economici dell'Unione europea, Rehn ha illustrato le previsioni aggiornate della Commissione sull'economia, pubblicate ieri e che contengono una revisione al ribasso delle attese sul Pil.

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