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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2011 alle ore 14:22.

Il ruolo che l'euro giocherà in futuro a livello globale «dipenderà in larga parte dal modo in cui si uscirà dalla crisi attuale». Lo afferma il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, in una conferenza organizzata a Bruxelles dalla Fondazione Triffin. «Se le istituzioni europee saranno rafforzate - dice Sacomanni - ciò consentirà alla moneta comune di recuperare la sua forza di attrazione e di proporsi come una autentica moneta globale; se invece si permetterà alla crisi di peggiorare allora anche il ruolo dell'euro come valuta locale sarà messo in dubbio».
Il G20, ha detto ancora il dg di palazzo Koch, «ha fallito» nel rassicurare i mercati e ora serve un'agenda di riforme credibile per il sistema finanziario internazionale, indipensabile «per evitare guai più seri». Agenda che deve prevedere una forte sorveglianza multilaterale gestita dal Fmi, l'attuazione della riforma della regolamentazione dell'Fsb e la chiusura del Doha Round. La riforma del sistema finanziario e monetario mondiale è «in stallo» e questo è un «errore grave». rio e monetario internazionale è in stallo. Agli incontri dell'Fmi a Washington due settimane fa - ha spiegato Saccomanni - era chiaramente visibile che la necessità di affrontare il peggioramento delle prospettive economiche nei maggiori paesi industriali avrebbe avuto la precedenza sull'agenda di riforme del G20. E questo è un grave errore se si considerano le origini della crisi».
Ai giornalisti che chiedono a Saccomanni se a suo giudizio il rigore adottato in alcuni casi non sia stato eccessivo, il dg di Bankitalia risponde che «dipende dalla gravità dei problemi, tutti cercano di conciliare il risanamento con misure che mettano in moto la riduzione del debito e la crescita e questo, se è fatto in maniera coerente, vuol dire bassi tassi e maggiori possibilità di far affluire il credito all'economia e alla crescita».
L'Unione europea, sostiene Saccomanni, «ha fatto molte cose, ora deve mettere a punto meccanismi di intervento sui quali siamo agli sgoccioli, la gente deve avere un po' di pazienza, serve una tregua. Il lavoro fatto sulle crisi globali è stato enorme, sono state create istituzioni nuove, c'è parecchio. Anche il fondo (per il salvataggio degli stati, nda) che ora funzionerà. Si tratta di processi che richiedono del tempo, per questo parlo della necessità di una tregua».
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