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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 18:27.

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L'Irlanda sta uscendo dalla crisi, il Portogallo va nella giusta direzione, la Spagna grazie alle politiche del Governo Zapatero e del senso di responsabilità dell'opposizione «non è più in prima linea». Sono Italia e Grecia ad aggravare la crisi dell'eurozona e spetta a questi due Paesi fare quello che va fatto, «fare i propri compiti» e assumersi le proprie responsabilità.

«Nessuno ci deve deridere, rispondiamo con le riforme» di Fabrizio Forquet

L'Eurozona è pronta a tendere una mano all'Italia ma gli aiuti non arriveranno se l'Italia non dimostrerà pronta ad assumersi le proprie responsabilità. È questo il messaggio scandito a chiare, chiarissime lettere dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, nel corso delle conferenza stampa nel palazzo Lipsius a Bruxelles, dove si svolgono gli incontri del Consiglio europeo dei 27 e poi quello più ristretto dei 17 sulla crisi dell'euro. I tempi sono stretti: Van Rompuy ha resa pubblica la richiesta fatta al Governo Berlusconi di attuare le riforme sulla crescita entro mercoledì, in tempo per il prossimo Consiglio europeo, per «rassicurare i mercati e l'Europa». «Abbiamo chiesto dettagli e scadenze precise sulle riforme del mercato lavoro, delle imprese pubbliche, della giustizia, sulle privatizzazioni e la lotta alla frode fiscale» ha spiegato Van Rompuy riferendo dell'incontro della mattina con il premier italiano Silvio Berlusconi. Questo il lavoro che «faremo insieme a all'Italia». «A Roma chiediamo uno sforzo che sembra pronta a compiere - ha incalzato -. All'Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita». «Abbiamo chiesto all'Italia rassicurazioni» - ha aggiunto - sul fatto che «le coraggiose misure intraprese vengano attuate tempestivamente» ha aggiunto.

Le stesse sollecitazioni sono state rese pubbliche anche nella conferenza Merkel-Sarkozy. Illustrando lo stato di avanzamento lavori sulla «crisi senza precedenti» che ha investito l'euro, il caso dell'Italia ha dominato il resoconto. Alla domanda diretta a Merkel e Sarkozy sull'incontro con Berlusconi, i due leader si sono guardati sorridendo. Sono trascorsi secondi interminabili per la credibilità dell'Italia. Poi Sarkozy ha detto che Germania e Francia hanno fiducia nel senso di responsabilità «di tutte le istituzioni italiane, sociali, politiche ed economiche». La Merkel ha voluto sottolineare che «Berlusconi è il nostro interlocutore, contiamo su di lui, abbiamo fiducia in lui», ricordando che l'Italia è un partner importante, una grande economia ma ha anche un elevato debito pubblico che deve essere ridotto in maniera credibile e sostanziosa. Ma è stato Sarkozy a fare il quadro completo della situazione: Irlanda, Portogallo e Spagna marciano nella giusta direzione, stanno uscendo dalla crisi e non sono in prima linea e ora il lavoro da fare per riconquistare la fiducia dei mercati nell'euro si concentra su Grecia e Italia che dovranno dimostrare un alto senso della disciplina e della responsabilità che ricade individualmente sugli Stati dell'eurozona. Il presidente francese, incalzato dai giornalisti che si sono concentrati su Italia e Berlusconi, ha sbottato: «Non è una questione di solidarietà, l'Europa è pronta a tendere una mano ma non a quei Paesi che non sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità».

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