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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2011 alle ore 08:11.

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Treasury Bond
Il presidente della Fed Ben Bernanke ha definito i titoli di Stato americani come un "paradiso" per chi cerca sicurezza. Quel che è certo è che il tasso attuale di fiducia degli investitori sui T-Bond è ai massimi livelli, soprattutto nel mezzo della crisi del debito europeo e in mancanza di alternative valide tra i Paesi avanzati. Se la richiesta di titoli di Stato americani è alta, però, i rendimenti sono relativamente bassi (seppure tendenzialmente in aumento): i T-Bond a 10 anni offrono oggi una remunerazione che si attesta intorno al 2 per cento, con uno spread molto elevato rispetto ai Btp decennali italiani. Le prospettive di un deprezzamento del dollaro rispetto all'euro riducono ulteriormente i margini di guadagno e rischiano di far incorrere gli investitori europei in perdite al netto dell'effetto cambio. Bisogna inoltre considerare che la sicurezza dei titoli di Stato Usa è direttamente legata alla solvibilità del debito statunitense. Nel 1980, il debito pubblico americano era pari al 42% del Pil; tra il 2007 e il 2011, è salito dal 62% al 100% del Pil. E le previsioni per i prossimi anni stimano un'impennata fino al 115% entro il 2016. Fattore ancor più importante, ad agosto 2011 la qualità percepita del debito-America ha subito un'importante contraccolpo quando l'agenzia S&P's ha declassato per la prima volta il rating da AAA ad AA+ con outlook negativo. Che cosa significa? Che il rischio connesso agli investimenti in titoli di Stato americani è più alto che in passato, pur restando molto lontano dai livelli delle obbligazioni "spazzatura" ad elevata possibilità di insolvenza.
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Sovrani europei
Prezzi e rendimenti dei titoli di Stato europei sono direttamente influenzati dal rischio percepito per ogni Paese. I Bot e Btp italiani hanno toccato le punte massime nei momenti di massima incertezza politica ed economica; l'approvazione della legge di stabilità sembra aver infuso nuova fiducia nei mercati con rendimenti decennali in calo sotto il 6,5% e lo spread con i bund tedeschi al ribasso sotto i 500 punti. Gli investimenti nei titoli di Stato italiani possono essere allettanti per gli elevati tassi di interesse, al di là delle pressioni speculative. Inoltre, acquistarne oggi significa puntare sulla solvibiltà della Repubblica (il cui default rimane una probabilità teorica) su una stabilizzazione della situazione politica ed economica; se i rendimenti dovessero tornare a salire, si determinerebbe una perdita in conto capitale per chi detiene titoli che offrono interessi più bassi. Viceversa in caso di diminuzione ulteriore dello spread i titoli odierni acquisterebbero valore e potrebbero essere rivenduti generando plusvalenze. Chi non vuole rischiare può orientarsi proprio verso i bund tedeschi: il livello di sicurezza è alto, ma i rendimenti bassi aumentano l'appeal relativo di altre forme di investimento. Il recente aumento dello spread tra i titoli di Stato francesi e quelli tedeschi ha sollevato il timore che la Francia possa essere il nuovo bersaglio di speculazioni simili a quelle che hanno colpito Spagna e Grecia.
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In caso di default dello Stato, posso agire nei confronti del Fondo Europeo salva-Stati (Esfs)?
In generale, lo Stato risponde direttamente con il suo patrimonio: cioè le risorse derivanti dall'aumento delle tasse, dalla vendita del patrimonio oppure le rinegoziazioni del debito esistente (anche allungandone la scadenza). Non esistono al momento norme speciali che regolano l'insolvenza dello Stato. In casi come questi, si provvede ad approvare leggi ad hoc. Il portatore dei titoli di Stato non ha ricorso diretto al fondo Esfs. Non si può escludere, invece, che il Fondo possa giocare un ruolo fondamentale nel fornire provvista sufficiente a evitare il default o, in caso di default, per gestire il piano di rientro e rimborso dei creditori.
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Posso rivalermi eventualmente sulla mia banca, tramite cui ho acquistato i Btp?
In linea teorica la banca non ha alcuna responsabilità. Sicuramente un rapporto corretto tra promotore finanziario e cliente implica un obbligo di aggiornamento costante sull'andamento degli investimenti effettuati e sulle relative condizioni di mercato. In tutti questi casi, per quanto si tratti di notizie di pubblico dominio, è lecito aspettarsi indicazioni da parte del promotore e/o dell'intermediario.
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