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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2011 alle ore 16:41.
Lady Finmeccanica resiste alla richiesta di dimissioni. Marina Grossi, amministratore delegato di Selex Sistemi integrati e moglie del presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, non ha accolto la richiesta dell'amministratore delegato del gruppo aerospaziale, Giuseppe Orsi, di dimettersi. Da New York, dove oggi incontra gli analisti di Moody's, Orsi ha inviato una lettera al consiglio di amministrazione di Selex, che si è riunito alle 14, chiedendo le dimissioni dell'ingegner Grossi per la salvaguardia della società, in seguito agli sviluppi dell'inchiesta sugli appalti Enav, nella quale sabato è stato messo agli arresti il direttore vendite della società, Manlio Fiore.
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Grossi ha resistito alla richiesta ritenendo di non avere responsabilità. E anche la maggioranza dei consiglieri della Selex ha difeso l'amministratore delegato, respingendo la richiesta di dimissioni fatta da Orsi. Così la seduta del cda della Selex, presieduta da Giuseppe Veredice, si è conclusa come era cominciata. La Grossi resta al suo posto, è stata confermata nell'incarico per un anno nel maggio scorso da Orsi.
Ma adesso c'è un braccio di ferro al vertice, che contrappone Orsi ai coniugi Guarguaglini. Veredice dovrà probabilmente convocare un nuovo consiglio di amministrazione per esaminare la delicata situazione, tuttavia la mossa di Orsi oggi è stata respinta anche perchè la maggioranza del cda Selex, nominato prima del suo arrivo alla Finmeccanica, non l'ha appoggiata. La difficile situazione della Finmeccanica, stretta tra crisi nei conti (dopo la relazione sui nove mesi fatta approvare in cda da Orsi con maxiaccantonamenti e perdite consolidate per 358 milioni) e indagini giudiziarie che toccano anche Grossi, da un anno indagata per false corruzione, false fatturazioni e frode fiscale, e il marito e presidente del gruppo, Guarguaglini, indagato per false fatturazioni e frode fiscale ma senza aver avuto comunicazione di addebiti specifici dai magistrati.
La situazione delle indagini si è aggravata con la pubblicazione, sul "Fatto Quotidiano" di domenica, dei verbali dell'interrogatorio davanti ai magistrati di Lorenzo Borgogni, braccio destro di Guarguaglini e direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica che si è autosospeso domenica: Borgogni avrebbe detto ai pm di Roma di aver ricevuto 5,6 milioni di euro da vari imprenditori che lavoravano o facevano affari con Finmeccanica e Fincantieri, azienda in cui Borgogni è stato dal maggio 1999 all'aprile 2002, sempre a fianco di Guarguaglini. Il caso Borgogni e la posizione di Guarguaglini verranno affrontati in un cda di Finmeccanica "a breve", dopo il rientro di Orsi dagli Stati Uniti. È prevista la convocazione dal 28 novembre in poi, ma la situazione al vertice è lacerata e in Borsa Finmeccanica sta affondando, anche oggi una seduta molto negativa dopo il -30% della scorsa settimana.
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