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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2011 alle ore 22:14.
L'ultima modifica è del 23 novembre 2011 alle ore 08:25.

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Escalation al ribasso per i listini azionari globali in un'altra giornata pesante. Se alle 15.30 Piazza Affari viaggiava sulla parità alle 17.30 il listino ha chiuso con un ribasso del 2,59%. Male anche Parigi (-1,69%), Francoforte (-0,85%). Chiusura pesante anche a Wall Street. Il Dow Jones ha perso il 2,04% a 11.258,77 punti, il Nasdaq ha ceduto il 2,43% a 2.460,08 punti mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno il 2,20% a 1.161,90 punti.

Sullo sondo, la pressione sui debiti sovrani dell'Eurozona resta ai massimi e si fa sentire anche sui titoli tedeschi, finora rimasti immuni dalla tempesta. L'asta dei bund a 10 anni infatti è stata un vero e proprio flop. Dei sei miliardi offerti solo 3,64 miliardi sono andati piazzati, con un rendimento di appena l'1,98% e il 35% andato invenduto. Secondo il broker Newedge, si tratta della peggiore domanda di tutti i tempi e senza l'intervento «massiccio» della Bundesbank (che avrebbe comprato 2,356 miliardi) sarebbe andato scoperto un ammontare ancora maggiore. Solitamente alle aste di paesi ritenuti solidi come la Germania o gli Stati Uniti la domanda tende a superare di 2 o 3 volte l'offerta. In questo contesto difficile di mercato, esacerbato dalle divisioni in seno all'Eurozona su come uscire dalla crisi, la moneta unica affonda. In tarda mattinata l'euro quota 1,3383 dollari (il fixing Bce precedente era 1,3535).

Rendimenti dei BTp a due anni sopra il 7%
La situazione resta tesa per tutti i titoli sovrani, a partire da quelli di Italia e Spagna. Preoccupante in particolare l'impennata dei rendimenti sui titoli a breve scadenza. Il tasso sui BTp a due anni vola ai massimi da metà anni '90 oltre il 7,2 per cento. Il premio di rendimento rispetto ai titoli tedeschi con la stessa scadenza sfiora i 700 punti, livello mai segnato negli oltre dodici anni di vita dell'euro. Allo stesso tempo cala il differenziale sui titoli a 10 anni attestandosi a 483 punti dopo aver toccato in mattinata un massimo a 505 centesimi. La riduzione dello spread, oltre all'intervento della Bce segnalato dai trader, è legato alla crescita del rendimento sul bund tedesco dopo l'asta.

Il dossier Dexia pesa sui debiti sovrani
La mattinata è stata segnata dai rinnovati timori di un taglio al rating sovrano della Francia innescati dalla notizia del giornale belga De Standaard che dava a rischio l'accordo sul salvataggio della banca Dexia. Il Belgio, altro paese a rischio sul fronte del debito, avrebbe infatti chiesto alla Francia di negoziare nuovamente la divisione di Dexia, i cui termini erano stati definiti lo scorso mese. Ciò implicherebbe maggiori oneri a carico di Parigi. Non certo una buona notizia per la Francia alle prese con l'impennata degli spread sui titoli di stato, bersagliati dalle vendite su voci sempre più insistenti di un declassamento da parte delle agenzie di rating. Nei giorni scorsi Moody's ha avvertito la Francia che la tripla A, giudizio di massima affidabilità creditizia, è a rischio a causa della crescita debole e della pressione dei mercati. Lo stesso ha scritto Fitch in mattinata.

Si impennano i credit default swap
Intanto cresce la pressione sulla Germania affinché dia l'ok agli eurobond. Ma la cancelliera Merkel ribadisce ancora una volta la sua contrarietà sia ad obbligazioni europee, sia a rendere la Bce prestatore di ultima istanza. «Non può stampare moneta» ha detto la cancelliera. Le crescenti divisioni politiche su come risolvere la crisi si ripercuotono sulle quotazioni dell'euro e sul mercato dei derivati. Si registra infatti un'impennata dei credit default swap (che assicurano sul rischio bancarotta). Quelli sull'Italia sono a 561 punti base, quelli sulla Spagna a 489. Dopo la "grana Dexia" crescono anche i costi per assicurarsi sul debito di Francia (247) e Belgio (362).

Focus Piazza Affari
Le vendite a Piazza Affari penalizzano Banca Popolare di Milano, Bper e Mediobanca. Dopo il mini rimbalzo dell'avvio, tornano in negativo le azioni Finmeccanica. Il titolo è reduce da un pesante calo legato alla trimestrale in forte perdita e alle inchieste giudiziarie che hanno colpito i vertici dell'azienda controllata dal Tesoro. Il mercato attende sviluppi dopo che il premier Mario Monti ha auspicato una «rapida e responsabile soluzione». Sull'inchiesta e l'eventualità di dimissioni del presidente Pierfrancesco Guarguaglini Dario Galli, presidente della Provincia di Varese e consigliere d'amministrazione di Finmeccanica ha detto: «Nei prossimi giorni il Cda prenderà le misure adeguate». In lieve calo il titolo Intesa Sanpaolo in attesa di sapere il nome del sostituto di Corrado Passera. Le prime indiscrezioni danno in pole position Tomaso Cucchiani, presidente di Allianz in Italia. (Quotazioni in tempo reale nel box a sinistra)

Borse asiatiche deboli, pesa il rallentamento cinese
I timori sui debiti sovrani vanno di pari passo con il rallentamento dell'economia cinese. I dati dell'attività manifatturiera in Cina sono infatti scesi al minimo da 32 mesi nel mese di novembre. Con la borsa di Tokyo chiusa per festività l'indice australiano è caduto dell'1,7% a 4063,5 dopo aver toccato un minimo intraday da sei settimane a 4056,3, mentre a Hong Kong l'indice Hang Seng è sceso dell'1,9% e a Shanghai il Composite Index ha perso lo 0,3%. Il Kospi Composite della Core ade Sud è sceso del 2,0%, e il Sensex dell'India perde l'1,3%.

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