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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2011 alle ore 15:38.

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Sotto osservazione S&P anche il fondo salva statiSotto osservazione S&P anche il fondo salva stati

S&P ha messo sotto osservazione anche il rating del fondo salvastati (Efsf) in vista di un possibile downgrade dopo aver già messo ieri sera il giudizio di 15 paesi europei sotto creditwatch negativo. Il giudizio sui titoli di debito del fondo salvastati sono attualmente ad AAA. «Prevediamo di esprimerci sul merito dell'Efsf nell'arco di 90 giorni o forse prima - ha reso noto l'agenzia - non appena avremo completato l'analisti dei singoli stati che fanno da garanti all'Efsf e che attualmente hanno un rating di tripla A».

Il rating dell'Efsf, spiega S&P, verrà confermato ad AAA se verrà mantenuto al medesimo livello il giudizio di tutti e sei gli Stati con triplo A. Se invece uno o più di questi perderà la tripla A, allora scenderà «di uno o due gradini» anche il giudizio sul debito del fondo di garanzia. S&P ipotizza tuttavia di poter confermare il rating di tripla A dell'Esfs anche a fronte di un downgrade di uno dei sei stati purchè a fronte di contromisure al profilo di credito del fondo tali da mitigare la minore affidabilità di uno degli stati garanti.

Secondo gli esperti dell'agenzia il rischio di un credit crunch in Europa sta aumentando. «Le banche europee - ha detto Moritz Kraemer, managing director di S&P - stanno operando in un ambiente di più stringenti condizioni di credito. I rischi di un credit crunch stanno aumentando». E poi ha aggiunto: «È nostra opinione che la crisi è diventata una crisi della governance e della gestione della crisi stessa nell'Eurozona».

Sempre Kraemer ha voluto ribadire che S&P non fornisce «consigli politici». Una risposta alle critiche del banchiere centrale banchiere centrale francese Christian Noyer. «Quando guardiamo al modo in cui S&P formula le proprie argomentazioni - ha detto nel corso di un convegno - si nota come abbiano cambiato metodo. Sempre più politico e sempre meno legata ai fondamentali economici». Il presidente della Banque de France ha poi rincarato la dose. «Le agenzie - ha detto - sono state il motore della crisi del 2008. E adesso stanno diventando il motore della crisi attuale? Questa è la vera questione su cui dobbiamo riflettere».

La prende con maggiore filosofia il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha definito la decisione «il miglior incentivo possibile» per il cruciale vertice Ue anticrisi di questa settimana. Nel dibattito è intervenuto anche il presidente della divisione Asset Management di Goldman Sachs, Jim Ò Neill, che ha definito «ridicola» la scelta di diffondere l'annuncio prima ancora che iniziasse il summit che deciderà le sorti della monete unica. «Non mi sembra opportuno fare questi annunci» è invece il commento di Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi.

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