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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2012 alle ore 13:49.
Mentre le aste di titoli del Tesoro danno segnali di maggiore fiducia sulla solvibilità dell'Italia e, di conseguenza, lo spread tra BTp e Bund scende sotto la soglia dei 500 punti, gli aspiranti mutuatari si staranno certamente chiedendo: che fare con questi spread? Ci si riferisce in questo caso all'altro spread, quello applicato dalle banche sui mutui, quella percentuale che, sommata agli indici Euribor o Bce (per chi opta il tasso variabile) o agli indici Eurirs (per chi è orientato al fisso) determina il tasso annuo finale da pagare. Senza mai dimenticare poi le spese aggiuntive (e quindi il Taeg, Tasso annuo effettivo globale).
La domanda che gli aspiranti mutuatari si stanno ponendo è pienamente giustificata dal fatto che gli spread oggi applicati dagli istituti sono in media superiori al 3%. A spulciare tra le offerte più competitive c'è qualche banca appena al di sotto di tale soglia. Ma la maggior parte va oltre. E poi ci sono quegli istituti che hanno alzato tale livello ben oltre il 4%, come a dire di non voler essere disturbati, in questo momento di riassestamento dei conti e dei valori patrimoniali, da clienti che chiedono un mutuo che, per un istituto di credito, non è certamente il prodotto che offre i margini più alti, soprattutto nel breve periodo (e quindi ha una relativamente bassa incidenza sugli utili annui).
Detto ciò, confrontando tra le migliori offerte disponibili su MutuiOnline.it, in questo momento sul mercato emergono alcuni dati significativi, per quello che riguarda la tipologia di tassi oggi più gettonati, ovvero il variabile puro, il variabile con cap e il fisso. Mentre le soluzioni a tasso misto - come rilevato anche ieri da Mutui.it - rappresentano in questo momento una nicchia nel mercato (perlomeno delle richieste via web) con una quota di circa il 2%.
Chi è orientato sul variabile semplice
È vero. Gli spread sono molto distanti rispetto a quelli antecedenti all'estate 2011 (dopodiché hanno inanellato più ondate al rialzo). Da banche che offrivano spread a 0,9% oggi, nella migliore delle ipotesi, si "strappa" un 2,7%. In media gli spread sui mutui sono aumentati di circa 200 punti base. Questo rincaro è però parzialmente vanificato dai tassi europei di riferimento. Gli Euribor sono in calo (il 3 mesi all'1,245% e il mensile allo 0,86%) perché - pur con le attuali forti tensioni sul mercato interbancario - "riescono" a stare al passo del tasso Bce che il governatore Mario Draghi ha oggi lasciato invariato all'1%, dopo averlo tagliato ben due volte, di 25 punti base per volta, a novembre e dicembre, segnando un esordio aggressivo del suo mandato alla guida della Banca centrale europea. Tra l'altro, le aspettative sono per ulteriori tagli entro la prima metà del 2012.
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