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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2012 alle ore 09:07.

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Un momento degli scontri di martedì 7 febbraio nella capitale ellenica (Afp)Un momento degli scontri di martedì 7 febbraio nella capitale ellenica (Afp)

La Banca Centrale Europea concederà uno "sconto" sul debito greco del valore di 11 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal online, infatti, la Bce ha convenuto di scambiare i bond greci acquistati sul mercato secondario nel corso del 2011 con i bond emessi dall'European Financial Stability Facility a un prezzo inferiore al loro valore nominale. L'operazione ridurrà il debito greco di una cifra che, secondo gli analisti, dovrebbe arrivare appunto a 11 miliardi di euro.

Tuttavia, le singole banche centrali europee dell'Eurozona, che detengono nel proprio portafoglio bond greci per un valore complessivo di 12 miliardi di euro, non parteciperanno all'operazione, e dovranno quindi essere rimborsate per intero.

Nel frattempo ad Atene i tre leader politici che sostengono l'Esecutivo tecnico del premier Lucas Papademos, ossia George Papandreou del Pasok (socialista), Antonis Samaras di Nea Dimokratia (centro destra) e Giorgos Karatzaferis di Laos (estrema destra) hanno deciso di riprendere oggi a mezzogiorno le trattative sulle misure di austerità chieste dalla troika e ottenere in cambio gli aiuti internazionali da 130 miliardi di euro senza i quali Atene non potrà rimborsare i 14,5 miliardi di obbligazioni in scadenza il 20 marzo.

Oggi dovrebbero dunque riprendere i colloqui sul nuovo piano di tagli cui seguirà un Eurogruppo sul salvataggio della Grecia che potrebbe essere convocato domani per dare il via libera ai nuovi finanziamenti, forse attraverso l'escamotage di un fondo speciale europeo che dovrebbe garantire il pagamento degli interessi e del rimborso dei bond greci e la concessione dei fondi per pagare pensioni e stipendi solo quando le riforme strutturali saranno state realmente implementate (e non solo approvate).

I rappresentanti della troika (Fmi, Ue e Bce) vogliono la firma delll'intesa quanto prima, in modo che al massimo entro lunedì prossimo 13 febbraio l'accordo possa essere ratificato dal Parlamento a tambur battente.
Inoltre i rappresentanti della troika avrebbero chiesto ai tre leader politici e al premier di firmare un documento che impegnerà non soltanto i partiti e il Governo attuale ma anche quello successivo (visto che Atene andrà alle urne ad aprile in un crescente caos sociale) sulle misure di austerity, fra le quali la riduzione degli stipendi minimi nel settore privato del 20%, il taglio dei sussidi pensionistici e i licenziamenti di 150mila dipendenti in esubero nella pubblica amministrazione entro il 2015, di cui 15mila entro il 2012.

Il Governo di Atene sta negoziando un taglio alla spesa pubblica pari all'1,5% del Pil (circa 3,3 miliardi di euro). Il 30% (1,1 miliardi di euro) dei tagli riguarderebbero la spesa sanitaria, mentre il programma di investimenti pubblici verrebbe ridotto di 300 milioni di euro, così come le spese della difesa.

Un documento che in pratica darebbe il via libera allo scambio dei titoli di Stato in mano ai privati (Psi) che dovrebbe a sua volta permettere alla Grecia di ottenere una sforbiciata di 100 miliardi di dollari sui propri debiti e al tempo stesso di poter emettere nuovi titoli trentennali a un tasso molto basso, pari al 3,6% e un perdita complessiva pari al 70% del l'investimento.

Un'intesa ormai a un passo poiché c'è troppo in gioco per potersi permettere un niente di fatto mentre ad Atene c'era l'ennesimo sciopero generale e centinaia di manifestanti hanno invaso la centralissima piazza Syntagma, ad Atene, per protestare contro le nuove misure di austerity attese dal Governo su richiesta dei creditori internazionali del Paese mentre risuonavano slogan come «Fuori i nazisti» e una bandiera tedesca è stata data alle fiamme.

Anche l'Europa è divisa sul salvataggio greco, peraltro senza alternative. Ieri ha fatto scalpore una dichiarazione del commissario europeo all'Agenda digitale, l'olandese Neelie Kroes, secondo cui l'Eurozona può sopravvivere a un addio di Atene alla moneta unica. Dalla Commissione Ue hanno provveduto subito a gettare acqua sul fuoco. «Vogliamo che la Grecia resti nell'euro» ha affermato il portavoce Olivier Bailly.

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