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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 08:20.
Come cavalcare il rally dei titoli di Stato italiani di queste settimane? Come gestire il proprio portafoglio in una fase in cui chi si è affacciato sul mercato dei titoli governativi all'apice della crisi (magari in occasione del BTp day) ora fa i conti con un interessante plusvalenza teorica, mentre chi ha comprato con i prezzi dei BTp ai massimi, si trova ancora in una (pur limitata) perdita? Il Sole 24 Ore ha immaginato quattro profili di investitore-tipo, ognuno dei quali ha effettuato l'investimento in bond governativi in fasi differenti.
E, con la collaborazione di alcuni dei principali gestori obbligazionari italiani, ha cercato di delineare una possibile strategia di comportamento. Il risultato è quello che vedete in queste due pagine.
I profili analizzati
C'è, ad esempio, chi può aver comprato titoli di Stato italiani negli anni scorsi, da buon cassettista. E magari può aver attraversato la bufera degli ultimi mesi senza però essersi fatto travolgere dagli eventi e dai tanti allarmismi che suggerivano di uscire dall'investimento. Ma ci può essere anche chi ha scelto di comprare titoli di Stato nei mesi peggiori, ovvero nell'autunno 2010, quando cioè i prezzi erano sostanzialmente ai livelli massimi rispetto ad oggi, e ora deve fare i conti con una perdita teorica in conto capitale. Oppure c'è chi ha fatto il 'colpaccio': basti pensare agli investitori che hanno fatto l'acquisto proprio quando le vendite erano arrivate al loro apice, la crisi del debito italiano sembrava non aver via d'uscita e il default dell'Italia una minaccia sempre più incombente. Infine abbiamo immaginato quali possono essere le possibili mosse per chi vuole affacciarsi sul mercato dei governativi italiani proprio ora che le tensioni si stanno allentando. Proprio ora che lo spread sui Bund tedeschi è sceso sotto i 300 punti, come accaduto ieri, e che il rischio italiano si sta ridimensionando sempre più, a danno invece di quello spagnolo.
Meglio di oro e di azioni
I titoli governativi italiani (come si può vedere dal grafico accanto) nelle prime settimane del 2012 hanno del resto battuto in termini di performance l'oro, le borse emergenti e i principali bond di Stato mondiali. Basti pensare che a partire da inizio anno sulla scadenza decennale, il rendimento dei BTp a 10 anni è stato del 18,7 per cento. Un risultato superiore a quello del petrolio Brent (+15,5%), dei listini emergenti (Msci Emerging, +13,5%) e del rame (+9,2%). Solo l'argento, nello stesso periodo, è riuscito a battere la carta italiana, grazie a una performance del 20,4%. Chi insomma avesse investito 10mila dollari alla fine del 2011 su un titolo italiano a 10 anni, oggi se ne ritroverebbe in portafoglio 11.870, con una plusvalenza teorica di 1.870 dollari. Una performance da record.
Che cosa stia accadendo ai titoli governativi è noto. Dopo aver subito vendite massicce a partire dallo scorso luglio da parte di investitori istituzionali, italiani ed esteri, i BTp stanno tornando nelle tasche di banche, assicurazioni e grandi fondi, italiani e non. La dose di liquidità immessa dalla Bce a dicembre e febbraio (tramite il maxi-prestito a 3 anni all'1% concesso alle banche europee) consente agli operatori di comprare i titoli italiani lucrando sullo scarto dei rendimenti. La conseguenza? In pochi mesi una parte delle posizioni 'smontate' in fretta e furia tra l'estate e l'autunno del 2011 sono state ricostituite. E il circolo virtuoso ha innescato un rally dei prezzi che ha attirato altri operatori. Del resto, la ritrovata credibilità del governo di Roma, sta convincendo i mercati che l'Italia è un Paese su cui ha senso scommettere. Ciò detto, val la pena ricordare che, se è vero che in un nessun caso la performance passata di un asset può essere garanzia di quella futura, a maggior ragione questa regola aurea va applicata all'investimento futuro sui BTp italiani. Perchè a detta di tutti gli analisti, quella cui abbiamo assistito nei mesi scorsi deve essere considerata come una performance eccezionale, visto che eccezionale era la situazione in cui si trovava il Paese allora.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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