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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2012 alle ore 12:50.

L'innesto di Hollande all'Eliseo potrebbe anche spezzare il solido legame con la Germania, coltivato da Sarkozy, fedele alleato della cancelliera Angela Merkel. «In caso di vittoria del candidato socialista si teme una spaccatura dell'asse Francia-Germania - spiega Angelo Drusiani, esperto del mercato obbligazionario di Banca Albertini Syz -. Se davvero Germania e Francia dividessero il modus operandi e Parigi si staccasse dal grembo berlinese, avremmo sicuramente una fase molto incerta».
Rating della Francia a rischio
E poi c'è il tema del rating sul debito di Parigi, che balla. «In una fase in cui gli investitori desiderano essere tranquillizzati sulla governabilità dei conti pubblici la tolleranza verso il mancato rispetto dei target stabiliti con l'Europa potrebbe essere minima anche per una tripla A come la Francia (per Moody's e Fitch ma non per Standard and Poor's che ha tagliato la Tripla A alla Francia lo scorso gennaio, ndr) - continua Capaldi -. La portata sistemica di un peggioramento del merito di credito francese introduce un ulteriore fattore di rischio per i piccoli periferici».
Inoltre - aggiunge Capaldi - l'architrave dei meccanismi di soccorso europei, Efsf/Esm, si basa sulla stabilità dei rating dei maggiori azionisti dell'Eurozona, il deterioramento del merito di credito francese potrebbe minacciare la credibilità della rete di salvataggio impattando negativamente anche i paesi non-core in difficoltà come la Spagna e l'Italia.
Previsioni sull'andamento dello spread
Il quadro finanziario rischia nel breve periodo di deteriorarsi, ma nel lungo periodo non è detto che lo scenario resti fosco. «Alla fase di incertezza potrebbe seguire un nuovo assetto, forse più favorevole ai Paesi meno virtuosi - prosegue Drusiani -. Il Bund resterà ancora per molto tempo un bene rifugio, anche in questo caso».
Anche le previsioni del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo indicano un miglioramento nei prossimi mesi degli spread, pur non senza scossoni e fasi ad alta volatilità.
Secondo l'ultima analisi il differenziale BTp-Bund sulla scadenza a 10 anni dovrebbe scendere a 320 a giugno, a 285 a fine anno per ridimensionarsi a 220 entro marzo 2013 (tabella sulle previsioni sugli spread). Questo sia per l'apprezzamento dei titoli di Stato italiano (con conseguente discesa dei rendimenti che si muovono in direzione opposta) ma anche per effetto di un aumento dei rendimenti del Bund (dall'1,7% al 2,7%) come rientro dei flussi dovuti al flight to quality (fuga verso la qualità). Se così fosse, nei prossimi 12 mesi nei mercati finanziari si potrebbe ballare ancora tanto (volatilità e incertezze) ma il quadro attualmente deteriorato dovrebbe migliorare con minore spinta degli investitori verso i beni rifugio, e quindi verso il Bund tedesco.
(questo articolo non costituisce una sollecitazione al risparmio)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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