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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2012 alle ore 11:55.
Lo spread tra BTp e Bund è a 420. Anzi no, 450. Da qualche giorno è tornata la confusione sul calcolo di questo parametro, sempre più utilizzato per misurare la tensione sul debito pubblico italiano e, più in generale, sulla crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona.
Ma chi ha ragione? Chi spinge questo parametro all'insù o chi si mantiene più cauto? Per provare a rispondere cerchiamo di capire come si calcola lo spread.
Lo spread, che in inglese vuol dire differenza, appunto, non è altro che la differenza tra i rendimenti di due titoli che vengono presi come parametri di riferimento. Titoli che sono quotati sul mercato e che vedono il prezzo (e il rendimento che si muove in direzione opposta) variare in tempo reale seguendo la legge della domanda e dell'offerta (più è alta la domanda maggiore sarà il prezzo del titolo e, di conseguenza, il rendimento tenderà a scendere).
Quando si fa riferimento allo spread BTp-Bund, senza ulteriori specifiche, ci si riferisce alla differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani con scadenza a 10 anni e i corrispondenti titoli tedeschi (sempre con scadenza a 10 anni). Si prende come riferimento la scadenza a 10 anni perché è considerato un lasso di tempo più attendibile per misurare con più efficacia la percezione dei mercati sul rischio sui debiti dei due Paesi (se si prendessero titoli a breve scadenza il dato potrebbe essere maggiormente viziato da volatilità e fattori speculativi).
La differenza tra i rendimenti dei due titoli può essere eseguita da chiunque, in qualsiasi momento. È sufficiente controllare i rendimenti ed eseguire la differenza. Ricordando che lo spread è espresso in punti base (un punto base equivale a un centesimo di punto percentuale e quindi allo 0,01%: di conseguenza se un titolo rende il 5% e un altro il 4,5% tra i due vi sarà una differenza di 50 punti base, ovvero dello 0,5%).
Bene, ma quali sono i titoli che vengono presi in considerazione quando si calcola lo spread tra Italia e Germania?
Fino al 6 maggio i principali operatori calcolavano sinergicamente lo spread sottraendo il rendimento del BTp scadenza marzo 2022 con quello del Bund scadenza luglio 2022.
Dal 7 maggio Reuters ha aggiornato il sistema di calcolo prendendo come titoli di riferimento per l'Italia il BTp con scadenza settembre 2022, emesso dal Tesoro per quasi 11 miliardi di euro. Avendo una vita residua più lunga del titolo che scade a marzo 2022 questo nuovo BTp ha un rendimento mediamente più elevato. Ne consegue che lo spread BTp-Bund per gli operatori che, come Reuters, utilizzano questo nuovo titolo tenderanno ad essere più ampi rispetto allo spread calcolato considerando come benchmark il BTp che scade a marzo 2022 (e quindi fra meno di 10 anni).
Nell'attesa (o l'augurio) che tutti gli operatori sincronizzino i sistemi di calcolo in modo tale da avere meno confusione su questo parametro che, già di per sè, mosso dalle intemperie dei mercati che seguono da vicino la crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona (con la Grecia mai così vicina allìuscita dall'euro), fa ballare e tiene con il fiato sospeso gli investitori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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