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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 15:17.

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di Nicol Degli Innocenti

LONDRA - Lo scandalo Libor avrebbe potuto essere evitato se solo le autoritá fossero intervenute con piú decisione. Nuovi documenti venuti alla luce rivelano che la Federal Reserve americana giá nel 2007 aveva avuto una "soffiata" da parte di un dipendente di Barclays che la sua banca, cosí come altre, pilotava il tasso interbancario e che il fixing non era quindi attendibile.

«La nostra sensazione è che il Libor non è realistico e non riflette il costo reale dei finanziamenti», scriveva l'anonimo banchiere. La "gola profonda" di Barclays nella sua email alla Fed aveva detto che la banca britannica aveva iniziato a manipolare il Libor «per adeguarsi a quello che facevano tutti gli altri». La Fed nel 2008 aveva informato la Banca d'Inghilterra dei timori sulla credibilitá del tasso interbancario e l'allora presidente Timothy Geithner, attuale segretario al Tesoro Usa, aveva proposto sei riforme per cambiare il sistema e prevenire abusi. Il governatore della Banca d'Inghilterra aveva girato le proposte alla British Banking Association, responsabile del Libor, che lo aveva assicurato che avrebbero tenuto conto delle preoccupazioni espresse e delle riforme proposte dalla Fed.

Poi peró nulla è stato fatto dalle autoritá Usa o britanniche, troppo prese dalla gestione della crisi finanziaria, e il fixing coordinato tra banche è andato avanti fino al 2009, come stabilito dall'indagine tuttora in corso. La Fed sostiene che l'email di Barclays era solo espressione di «voci di mercato», poco piú di pettegolezzi, e non rappresentava una prova di illeciti commessi. Peró secondo messaggi interni alla Fed del 2008 è evidente che i dirigenti sapevano che il problema era reale ma non sono intervenuti per bloccare gli abusi. «Le banche hanno una tendenza a sottostimare i loro costi reali di finanziamento per limitare le voci sui loro problemi di liquidità», aveva scritto un dirigente Fed.

Barclays è l'unica banca che finora ha ammesso le responsabilità dei suoi trader nel manipolare il tasso interbancario e ha pagato una multa di 290 milioni di sterline per chiudere la vicenda. Lo scandalo ha portato alle dimissioni del presidente Marcus Agius, dell'amministratore delegato Bob Diamond e del chief operating officer Jerry del Missier. Almeno altre dodici banche sono coinvolte, tra cui Citigroup, Ubs e Deutsche Bank, e si prevede che nelle prossime settimane le autorità confermeranno il loro ruolo nello scandalo e le multe che devono pagare.

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