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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2012 alle ore 20:44.
L'ultima modifica è del 01 agosto 2012 alle ore 10:57.

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Il premier finlandese Katainen con il presidente del Consiglio Monti (Epa)Il premier finlandese Katainen con il presidente del Consiglio Monti (Epa)

«Aiuti potrebbero essere necessari, forse in relazione alla lentezza con la quale i mercati comprendono gli sforzi compiuti e i risultati raggiunti». Lo ha detto il premier Mario Monti sottolineando che l'aiuto non sarà necessario per un "salvataggio" del paese ma per allentare la morsa dello spread.

Per affrontare la crisi dei debiti sovrani i Paesi devono proseguire sulla strada delle riforme intrapresa, ma serve anche una "soluzione europea" che dia il tempo ai mercati di valutare i progressi fatti dai governi. Così il premier finlandese Katainen, in conferenza stampa congiunta con Monti.

Spiegando ai rigoristi di Helsinki il meccanismo anti-spread, il premier ha detto: «L'uso dell'Efsf e dell'Esm è giustificato quando un Paese che rispetta gli impegni e continua a rispettarli può avere bisogno di una boccata d'ossigeno» a causa dei tassi di interesse troppo alti dovuti al rischio percepito dell'area euro. Questo non significa che l'Italia ne abbia bisogno in questo momento: «L'idea di base - ha spiegato Monti al quotidiano di Helsinki nel giorno della sua visita ufficiale in Finlandia - è che, proprio in questo momento, l'Italia non sembra aver bisogno di aiuti particolari, certo non per il salvataggio di tutta la sua economia». Il problema si potrebbe porre «forse, in relazione alla lentezza con la quale i mercati comprendono gli sforzi compiuti e i risultati raggiunti».

Del resto le riforme adottate dall'Italia «avevo fortemente auspicato che fossero seguite da un precoce segno del successo della nostra politica nel livello dei tassi. Per mesi è stato così e adesso è frustrante che non sia più così». Per questo «noi abbiamo in mente un sorta di intervento da parte dell'Efsf, dell'Esm e della Bce in varie combinazioni».

Nel frattempo si infiamma il duello tra Bundesbank e Casa Bianca alla vigilia del cruciale Consiglio Bce di domani. «La Banca centrale europea non deve oltrepassare il proprio mandato» ha detto, secondo l'agenzia Bloomberg, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, aggiungendo che i Governi sovrastimano le possibilità dell'Eurotower e che l'istituto centrale tedesco pesa nel direttivo più di altre banche centrali.

L'ala dura di Berlino non molla, quindi sulla licenza bancaria all'Esm e sull'acquisto di Bond dei Paesi del Club Med tramite i fondi salva-stati. Se non è una minaccia poco ci manca. A questo proposito anche Monti, da Helsinki, ah replicato indirettamente alle resistenze della Bundesbank: «Mi auguro soltanto che tutti i membri del board della Bce mostrino lo stesso grado di rispetto per l'indipendenza della Bce, così come fanno i capi di governo». In serata lo scontro si è strasferito sulla stampa tedesca. «Monti apre il conflitto con Merkel», ha titolato il sito di Der Spiegel un articolo che riporta la volontà del premier di concedere «mezzi illimitati al fondo salva-Stati» permanente, ipotesi che «il governo tedesco rifiuta veementemente».

E in effetti il Consiglio dei ministri tedesco in serata si è espresso in modo unanime contro la concessione di una licenza bancaria al fondo salva-Stati europeo Esm. Lo ha affermato il portavoce, Georg Streiter, in un incontro con la stampa, dopo una riunione che si è svolta sotto la presidenza del vice-cancelliere, il ministro liberale dell'Economia, Philipp Roesler. Quest'ultimo, ha riportato Streiter, ha dichiarato, durante la riunione che una licenza bancaria per l'Esm, che prenderà il posto in via permanente dell'Efsf, «non è assolutamente il nostro percorso».

Intanto, con un richiamo che sembra ritagliato sulle situazioni di Spagna e Italia, il segretario al Tesoro Tim Geithner ha spronato i Paesi e le autorità europee ad adottare misure in grado di «abbassare i rendimenti (dei titoli di Stato) dei paesi che stanno facendo riforme, e assicurarsi che i loro sistemi bancari possano erogare alle economie il credito di cui hanno bisogno». Appello lanciato in una intervista a Bloomberg Tv, già di ritorno dal brevissimo tour in Germania con il quale Geithner ha cercato di pressare l'Europa, e Berlino in particolare, ad assumere misure anti crisi più energiche. E oltre alle misure di stabilizzazione dei mercati i leader europei «devono fare qualcosa di più per sostenere la crescita nel breve periodo», ha aggiunto Geithner.

In giornata da Standard & Poor's era arrivato un segnale parzialmente distensivo con la conferma del rating sovrano della Spagna a BBB+ (outlook negativo), proprio nella convinzione che i governi continentali e la Banca centrale europea «continuino a sostenere» Madrid, alle prese con una situazione drammatica dei conti ma comunque «seriamente impegnata in un processo di riforme di finanza pubblica e strutturali».

Il tutto alla vigilia di un cruciale Consiglio direttivo della Bce, sul quale si sono create forti attese dei mercati a seguito degli avvertimenti lanciati la scorsa settimana dal presidente Mario Draghi, che ha affermato come «La Bce, nell'ambito del suo mandato, è pronta a tutto per preservare l'euro. E, credetemi, sarà abbastanza».

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