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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2012 alle ore 22:05.
L'ultima modifica è del 16 agosto 2012 alle ore 18:14.

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(Reuters)(Reuters)

NEW YORK - La storia di Facebook a Wall Street assomiglia sempre più a un incubo senza fine. Il titolo è franato oggi al minimo storico, arrivando a cedere nell'intraday più del 6,7% a 19,69 dollari per azione, alla scadenza del primo lock-up su circa 271 milioni di titoli (ne seguiranno altri, con circa 2 miliardi di azioni che potranno essere venduti da qui al prossimo maggio). Nella prima ora di scambi, stando ai dati della società di ricerca FactSet, sono passati di mano oltre 62 milioni di titoli, più del doppio rispetto al volume giornaliero degli ultimi 30 giorni. Al termine della seduta i volumi di scambio si sono attestati a 156,5 milioni. Il titolo ha ceduto il 6,27% a 19,87 dollari per azione (-1,33 dollari).

Dalla quotazione flop dello scorso 17 maggio, per Facebook non ne è andata dritta una: il prezzo di collocamento (38 dollari per azione) è subito sembrato troppo ambizioso, nei mesi successivi il titolo è calato progressivamente (ora vale attorno ai 20 dollari), la capitalizzazione di mercato si è più che dimezzata (dai 104 miliardi subito dopo l'Ipo agli attuali 42,6 miliardi) e la società ha chiuso in rosso il secondo trimestre, sulla scia di un rallentamento della crescita del fatturato e di un aumento dei costi.

Con la scadenza del lock-up gli investitori della prima ora, in particolare i sottoscrittori dell'Ipo, se lo desiderano possono vendere le azioni in loro possesso (il periodo di "blocco" impedisce appunto la cessione di titoli in mano a determinati azionisti). Significa quindi che, oltre ai 420 milioni di azioni di Facebook attualmente sul mercato, molti altri saranno disponibili per gli scambi, cosa non necessariamente positiva, soprattutto alla luce della scarsa domanda che ha sostanzialmente già dimezzato il valore del titolo.

Periodi di lock-up sono una consuetudine per le società che si quotano in Borsa, soprattutto quelle sostenute da private equity o venture capital: è un modo per rassicurare gli investitori e per sostenere il titolo tramite una riduzione dell'offerta. Bisogna dunque vedere se il titolo di Facebook pagherà la maggiore disponibilità di azioni sul mercato. Secondo alcuni analisti, in qualche misura il forte ribasso registrato dall'Ipo ad oggi ha "bilanciato in anticipo" la scadenza del lock-up, ma resta comunque l'incertezza su quanto saranno aggressive le vendite.

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