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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 12:22.

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Klaus Regling, managing director dell' Esm and Ceo dell'Efsf. (Reuters)Klaus Regling, managing director dell' Esm and Ceo dell'Efsf. (Reuters)

Gli incontri dell'ultimo meeting annuale dell'Fmi a Tokyo sono stati una buona opportunità per Lei, per incontrare gli investitori e i banchieri asiatici. Qual è la loro percezione dell'Esm e dell'Europa? Sono ancora preoccupati per l'impatto negativo che la crisi dell'Eurozona potrebbe avere sulla crescita globale?
Sono stato al meeting dell'Fmi a Tokyo a pochi giorni dall'inaugurazione dell'Esm. Abbiamo avuto molti contatti, molte discussioni. Molto chiaramente, rispeto a tre e sei mesi fa, era evidente in tutti i miei incontri che il mood è migliorato. Ma i mercati sono sempre irrazionali. Alle volte sono troppo negativi, altre volte sono troppo positivi, come è accaduto nell'Ottobre 2009, quando non differenziavano adeguatamente il rischio sovrano tra i diversi Stati membri dell'Eurozona. Mi ricordo quando il nuovo Governo greco annunciò politiche che avrebbero portato a un significativoaumento del deficit fiscale: eravamo nell'Ottobre del 2009 e i mercati non reagirono, i titoli di Stato greci rendevano 30 centesimi di punto percentuale (punti base) sopra i Bunds.

Lo spread tra BTp e Bund sta diminuendo. Ma l'Italia si lamenta perchè i mercati non l'hanno premiata adeguatamente per I progressi nella disciplina di bilancio e nelle riforme strutturali. Qual è la sua valutazione dei progressi dell'Italia?
Gli spread sono scesi, il BTp decennale è calato sotto il 5% e questo è molto, molto meglio rispetto a sei mesi fa, 12 mesi fa. Io penso che le misure fiscali e le riforme strutturali del Governo Monti stiano invece mostrando i primi risultati proprio questo calo dei rendimenti. L'impatto delle riforme strutturali sulla produttività, per contro, non può ancora manifestarsi ma questo è normale, ci vogliono tra i due e i tre anni per vedere i miglioramenti sulla produttività.
E l'Italia ha un problema particolare con la produttività: è stata sotto la media europea nell'ultimo decennio e sono mancate generalmente le riforme strutturali fino al novembre dello scorso anno, quando è arrivato Monti e ha iniziato le riforme. L'Italia ora è sulla strada giusta e gli italiani non devono scoraggiarsi per colpa della mancanza di progressi immediati. Ci vorranno due, tre anni prima di vedere i risutlati delle riforme strutturali, ma arriveranno, di questo si può star certi.

L'esistenza stessa dell'Efsf e dell'Esm ha aiutato il miglioramento dello spread BTp-Bund. I firewalls sono ottimi deterrenti contro la speculazione e possono comprare tempo per l'Italia. Ma avevamo proprio bisogno di due meccanismi di stabilità, l'Esm e l'Efsf?
L'Esfs ha fatto un buon lavoro e continua a sostenere i programmi di Grecia, Irlanda e Portogallo. Le sue recenti emissioni di bond sono state collocate a tassi d'interesse molto bassi (meno dell'1,2% per bond quinquennali mentre i T-bills a sei mesi sono stati venduti a tassi negativi, quest'ultimo un chiaro segnale del cattivo funzionamento dei mercati interbancari in Europa) e questo beneficio è trasferito direttamente agli stati che prendono il denaro in prestito da noi. Noi trasferiamo nostri costi di raccolta: applichiamo un margine molto basso, sotto I 50 centesimi.

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