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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2012 alle ore 12:16.

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Più forte di tutto. Della bolla di Internet scoppiata nel marzo del 2000. Delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 e della bolla supbrime, esplosa nel luglio del 2007 con strascichi che mezzo mondo (Europa inclusa) sta ancora pagando. Wall Street con il suo indice Dow Jones si è messa alle spalle le tre più grandi crisi dell'ultimo decennio e si appresta a chiudere il 2012 al massimo storico, nella terra inesplorata che va oltre la soglia di quei 13.610 punti, toccati lo scorso 5 ottobre.

Dal 2000 l'indice Dow Jones ha guadagnato il 12%. Nello stesso arco temporale (guarda il grafico sulle performance di Borsa del nuovo millennio) il Ftse Mib di Piazza Affari ha lasciato sul terreno il 64% e il Nikkei 225 di Tokyo il 54%. È andata molto bene Shanghai (+49%) che però è lontana dal record del 16 ottobre 2007 (da allora l'indice, complice la bolla immobiliare e il rallentamento dell'economia cinese ha perso il 66%).

Ma i numeri di Wall Street insospettiscono. Perché se si guarda l'altro grande indice rappresentativo della Borsa americana, ovvero l'S&P 500, il quadro cambia. Dal 2000 quest'altro paniere ha perso il 6%. Quindi è ancora in rosso, nonostante i tre quantitative easing (manovre di allentamento monetario del governatore della Federal Reserve Ben Bernanke) e il messaggio agli investitori di una banca centrale pronta a stampare moneta all'infinito pur di risollevare le sorti della finanza e dell'economia a stelle e strisce.

Quindi, dov'è la verità? Wall Street si è davvero messa alle spalle le grandi crisi che una finanza fuori controllo ha generato in appena sette anni? E come mai, nel mondo economico globalizzato, gli indici azionari dei Paesi industrializzati hanno reagito in modo così diverso? Proviamo a rispondere.

Il mistero dell'indice "truccato"
«È doveroso fare una premessa sulla composizione dell'indice Dow Jones che si trova sui massimi a differenza degli altri indici statunitensi come lo S&P500 - spiega Federico Mobili, responsabile equity di Bnp Paribas investment partners -. Il Dow Jones è un indice composto da 30 società pesato per il prezzo del titolo e non per la capitalizzazione di mercato. Questo implica che le società che hanno prezzi più alti pesano di più sull'indice indipendentemente dal numero di azioni in circolazione. Tale particolarità ha consentito all'indice di superare i massimi del 2000 perché le società con alti prezzi di mercato hanno sovraperformato, come ad esempio, Ibm, Chevron, 3M, Exxon, Caterpillar. Mentre l'indice S&P500, che comprende le più importanti società in termini di capitalizzazione non ha superato i massimi del 2000. La differenza risiede anche nella composizione settoriale degli indici. L'indice Dow Jones non è particolarmente esposto ai finanziari che hanno sottoperformato negli ultimi anni».

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