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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2012 alle ore 13:26.
Secondo Alberto Furno, ceo di Nemesis am «Grecia e Troika arriveranno a concludere una ristrutturazione del debito greco e un'uscita della Grecia dall' Eurozona nella prima metà del 2013, che dovrebbe avere come principale fattore catalizzatore il crollo dell'attuale coalizione politica, con il nuovo governo che si opporrà alle misure di austerità. L'uscita della Grecia sarà, ovviamente, facilitata dalla Troika e sarà nel modo più controllato possibile. Mentre il Portogallo avrà probabilmente bisogno di un secondo bailout da parte della Bce prima della fine del 2013, restando ingolfato nella spirale austerità/recessione come la Grecia. Potrebbe, dunque, seguire lo stesso cammino di Atene e uscire dall'Eurozona nel 2014. Questo scenario che ritengo possibile al 50% presuppone che si riesca a stabilizzare Spagna, Italia e Francia, fatto che non deve essere dato per scontato».
Una situazione fuori controllo: lo dicono i numeri
In questi giorni la Grecia sembra aver fatto dei grandi passi avanti per assicurarsi un futuro nel breve periodo nell'Eurozona. La scorsa settimana il Parlamento ha approvato un controverso pacchetto di austerity e misure di riforma strutturale. Ma che la situazione sulla gestione della crisi ellenica sia fuori controllo, al di là di tamponi temporanei, lo dicono i numeri. «Il nuovo programma - spiega Darren Williams, Economista di AllianceBernstein - rappresenta il proseguimento di un approccio che si è dimostrato spettacolarmente fallimentare da applicare. Basti confrontare le ultime proiezioni dell'economia greca e delle finanza del settore pubblico con quelle fatte all'inizio del programma. Quando a marzo 2010 venne accordata la facilitazione al prestito, ci si aspettava una contrazione dell'economia cumulativa del 6,6% per il 2010 e il 2011 con un accenno di ripresa a partire da quest'anno».
«Il tasso di disoccupazione sarebbe dovuto salire al 15,2% quest'anno e il debito del settore pubblico al 149,7% del Pil nel 2013. I fatti si sono dimostrati ben diversi. Secondo gli ultimi dati, l'economia greca si è contratta dell'11,7% nel 2010 e 2011, e le proiezioni ufficiali suggeriscono che calerà al 9,9% nel 2012 e 2013. Nonostante questo calo, le prime proiezioni per il mercato del lavoro si sono dimostrate troppo ottimistiche: il tasso di disoccupazione ha raggiunto oggi il 25,4% e continua a salire. Naturalmente questo programma ha avuto un forte impatto sia sull'economia che sulla popolazione. Ma ci sono stati dei risultati in termini di miglioramento della sostenibilità del debito? La risposta è negativa. Anziché raggiungere il 149,7% del Pil nel 2013, le ultime proiezioni vedono il debito governativo salire al 191,6% del Pil nel 2014.
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