Rocca Salimbeni, il Cda rischia di trasformarsi in una resa dei conti

Doveva essere un consiglio d'amministrazione di routine. Ma rischia di trasformarsi in una sorta di resa dei conti tra "vecchi" e "nuovi", tra chi ha vissuto da protagonista le vicende della passata gestione di Banca Mps, come Turiddo Campaini, il leader di Unicoop Firenze (2,7% del gruppo di Rocca Salimbeni in portafoglio), fresco dimissionario dall'incarico di vice presidente del Montepaschi, e chi è arrivato da meno di un anno e sta cercando di spingere sull'acceleratore del rinnovamento, come il presidente Alessandro Profumo e l'amministratore delegato Fabrizio Viola.

La terza (per dimensione) banca italiana è finita nel mirino della magistratura (operazioni di finanziamento per l'acquisto di Antonveneta) e degli organi di vigilanza (mancate comunicazioni sui derivati sottoscritti dal 2006 al 2009), con pesanti ripercussioni in Borsa (anche oggi il titolo è in caduta libera), e difficilmente il board in programma questo pomeriggio potrà evitare di affrontare l'emergenza del momento.

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Anche perché domani c'è l'assemblea straordinaria chiamata a votare la delega al consiglio per aumentare di 4,5 miliardi il capitale nei prossimi cinque anni: una misura a garanzia dello Stato che s'è impegnato (attraverso il Tesoro) a sottoscrivere Monti bond emessi da Siena per un importo analogo, compresi 600 milioni d'interessi sul 2012 e 2013 che la banca potrà decidere di pagare sempre con le stesse obbligazioni. Il chiarimento di questo pomeriggio servirà a trovare la linea per affrontare domani gli azionisti, in un ambiente che si preannuncia decisamente caldo.

Il clima elettorale, per le politiche nazionali e le prossime amministrative cittadine, non aiuta. E la possibile azione di responsabilità nei confronti dei vecchi dirigenti coinvolti nelle operazioni sotto accusa, ventilata da Fondazione Mps, istituzioni locali e dallo stesso Profumo, è una spada di Damocle pesante.

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