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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 09:36.

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Il ministro Grilli con l'ex moglie Lisa Lowenstland in una foto del 2007. (Fotogramma)Il ministro Grilli con l'ex moglie Lisa Lowenstland in una foto del 2007. (Fotogramma)

I riscontri, le coincidenze, le intercettazioni e i verbali che parlano della «retrocessione» di 12 milioni di euro da una consulenza prima da 52 milioni, poi scesa a 40, per la presunta tangente alla Lega Nord. E la «richiesta d'aiuto» che l'allora direttore finanziario di Finmeccanica, Alessandro Pansa, oggi amministratore delegato della holding, fece ai vertici di Mediobanca per saldare i debiti pari a circa mezzo milione di euro dell'ex moglie del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.

Il capitolo di viale XX settembre
Dall'informativa del Noe (il nucleo operativo ecologico) dei carabinieri, allegata agli atti dell'inchiesta di Busto Arsizio su Finmeccanica e il suo ormai ex ad, Giuseppe Orsi, spuntano altre clamorose novità. Alla data del 19 novembre scorso, gli indagati sono già 17. L'11 ottobre scorso il pubblico ministero di Busto Arsizio, Eugenio Fusco, sente come persone informate sui fatti Alberto Nagel e Maurizio Cereda, ad e vicedirettore di Mediobanca. «I testi confermavano che nel 2007-2008 effettivamente hanno ricevuto da Pansa Alessandro» che, aggiunge l'informativa, è «persona nota per essere "vicino" al ministro Grilli, una richiesta di aiuto per risanare i debiti della signora Lisa Lowenstland (in realtà l'ex moglie di Grilli si chiama Lowenstein, ndr), per circa 400-500.000 euro.

Dopo attenta valutazione, i banchieri si rifiutarono». Ma, si legge nel documento del Noe, «Pansa, evidentemente, ha poi optato per le consulenze da parte di Finmeccanica o società del gruppo, come poi sostenuto da Orsi nell'intercettazione ambientale» in un pranzo con Ettore Gotti Tedeschi. C'è di più: «Questi scenari, di estrema delicatezza, che coinvolgono il Ministro dell'Economia, la sua ex moglie, l'a.d. di Finmeccanica, il direttore generale di Finmeccanica, ed altri soggetti, a vario titolo coinvolti, si intrecciano con le indagini in corso ed inflenzano il Ministro Vittorio Grilli, nel prendere iniziative e/o decisioni a tutela degli azionisti e dell'azienda di Stato, perché tutti in qualche modo sono coinvolti e/o ricattabili, demandando quindi, in ultima analisi, le decisioni alla Magistratura». Grilli ha sempre smentito le accuse sulle consulenze di Finmeccanica alla ex moglie.

La presunta tangente alla Lega
L'ipotesi di una somma pari a una decina di milioni di euro, da destinare alla Lega che avrebbe favorito la nomina di Orsi al vertice della holding, è sollevata dall'ex direttore relazioni istituzionali Lorenzo Borgogni. Nell'affare dei 12 elicotteri con l'India c'è una consulenza, accertata dagli inquirenti, a due mediatori, Guido Haschke e Cristian Mitchell. Haschke e Mitchell ricevono due consulenze, rispettivamente di 28 e 42 milioni, questi ultimi «poi ridotti a 30 su richiesta e per le sopraggiunte esigenze di Orsi». Che, si legge in un altro passo dell'informativa, ritiene i 12 milioni «necessari, verosimilmente per finanziarie la Lega Nord che l'ha "appoggiato" per la sua nomina di ad di Finmecanica».

Quei 12 milioni «si ritiene possano essere "tornati" verosimilmente attraverso l'emendamento al subcontratto» tra l'AW inglese e quella italiana, che aumenta le consulenze per 12 milioni. «Operazioni strategicamente pianificate, almeno dal 2006-2007, da Orsi e Spagnolini». Osservano ancora i carabinieri: «I 28 milioni milioni di Haschke costituiscono il 5% circa dell'importo della commessa, promessi ad Haschke per l'aggiudicazione della gara». E fin qui emerge, se confermato, il profilo del reato di corruzione internazionale. La questione più scabrosa, però, è un'altra: «Non si comprendono le ragioni per cui AgustaWestland Ltd abbia assegnato a Cristian Mitchell compensi pari a 42 milioni di euro, poi ridotti a 30». Certo è che gli inquirenti allegano una serie numerosa di intercettazioni tra Orsi e i vertici della Lega.

Con l'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni, Marco Reguzzoni, Dario Galli (membro nel cda Finmeccanica in quota Lega), Umberto Bossi. Tutte telefonate che dimostrerebbero «stretta amicizia e cointeressenza» tra Orsi e i leghisti. Aggiungono i carabinieri: «Il periodo (marzo-aprile 2011) della richiesta di Orsi ad Haschke di "retrocedere", tramite Christian Mitchell, 12 mln di euro, è coincidente con le ferventi trattative politiche per scegliere il sostituto di Guarguaglini» al vertice della holding. Ieri un incaricato indiano del ministero della Difesa è partito da New Delhi alla volta di Roma per raccogliere informazioni sulle presunte tangenti per la vendita degli elicotteri AgustaWestland. Per il premier indiano Manmohan Singh «il governo indiano non ha niente da nascondere» sulla vicenda.

La precisazione del legale di Orsi
In serata il legale Ennio Amodio, difensore di Giuseppe Orsi nel dossier Finmeccanica, interviene con una precisazione rispetto ad alcuni articoli di stampa che ipotizzano un finanziamento alla Lega: il documento contabile «che dovrebbe testimoniare un pagamento della somma di 12 milioni di euro per un rapporto giudicato "sospetto"» secondo il legale Amodio «non attesta altro che una fisiologica operazione commerciale tra due società sorelle. Niente di riconducibile ad una fantomatica retrocessione tale da integrare la creazione della provvista destinata al finanziamento di un partito politico del quale, peraltro, nessuno ha finora mai fornito la benché minima traccia».

La fattura, spiega, riguarda tutt'altra operazione: «attesta che Agusta Westland spa ha chiesto ad Agusta Westland International Limited, titolare del contratto con il Governo indiano, di pagare il corrispettivo di 4.260.639,00 come acconto sul lavoro svolto per la costruzione di parti di un elicottero in base ad un contratto di subfornitura previsto fin dall'origine nella cornice contrattuale che contemplava il concorso nella costruzione delle macchine della società inglese e di quella italiana. L'importo é stato poi pagato dalla International alla Spa in data 26.10.2011. Il che dimostra che la somma non si é dispersa nei canali finanziari esteri ma é ritornata nelle casse della Società di Cascina Costa di Samarate».

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