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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 21:12.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2013 alle ore 13:35.

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La Corte tedesca e la BoJ spaventano i mercati: Milano -1,6% - Fuga dagli emergenti - Apple, crolla il prezzo dell'iBond - Video

Borse in calo in tutto il mondo, titoli governativi di nuovo nel mirino delle vendite. Mentre la Banca centrale del Giappone delude le attese di nuovi interventi monetari espansivi, lo spettro della fine dell'euro torna ad aleggiare sui mercati. Una paura che sembrava allontanata, almeno a giudicare dal netto calo di rendimenti e spread dei titoli periferici dell'eurozona visto in questi mesi, ma che è tornata. La ragione è che la misura che più di tutte ha contribuito al miglioramento del clima sui debiti sovrani ora rischia di saltare. Stiamo parlando del programma Omt, detto anche scudo salva-spread, di cui la Bce si è dotata lo scorso settembre e che le dà facoltà di acquistare titoli di Stato di Paesi in crisi per un importo sostanzialmente illimitato.

Questa misura finora non è stata ancora utilizzata ma il solo fatto che la Bce se ne sia dotata ha avuto un formidabile effetto deterrente contro chi speculava sulla fine dell'euro. Ora tuttavia la sua efficacia è messa a rischio perché in Germania sono stati presentati diversi ricorsi alla Corte costituzionale. Oggi la corte di Karlsruhe ha iniziato ufficialmente l'esame della legittimità e le dichiarazioni rilasciate questa mattina dal presidente della Corte Andreas Vosskuhle non sono certo di buon auspicio. Il giudice infatti ha dichiarato che il giudizio di costituzionalità sullo scudo anti-spread della Bce prescinderà dall'efficacia che questo ha avuto nel calmare le tensioni sui debiti sovrani.

Borse in forte calo, tensioni sui debiti sovrani
Le parole del giudice tedesco sono state accolte negativamente dai mercati. Dopo una mattinata in negativo gli indici hanno incrementato le perdite per poi recuperare lievemente nel finale. Milano ha chiuso la seduta perdendo l'1,63%, in linea con Parigi (-1,59%), Madrid (-1,57%) e Francoforte (-1,38%). Sull'onda del pessimismo in Asia ed Europa, chiude male anche Wall Street: il Dow Jones cede lo 0,76% a 15.122,10 punti e il Nasdaq l'1,06% a 3.436,95 punti, mentre lo S&P500 perde l'1,01% a 1.626,14 punti.

Torna la tensione sui titoli governativi
Il pesante calo delle piazze europee è legato principalmente alle tensioni sui titoli di Stato dei Paesi periferici che sono tornate a farsi sentire soprattutto sui Paesi più fragili come Grecia e Portogallo. Il decennale greco è tornato sopra il 10% con il differenziale di rendimento salito di oltre 80 punti nella sola seduta di oggi. Netto rialzo anche per il differenziale Spagna e Italia. Lo spread Bund-BTp, dopo aver registrato una fiammata a quasi 285 punti dai 270 punti iniziale, ha ripiegato nel finale chiudendo a 275 punti base. Il rendimento del titolo di Stato decennale si è fissato al 4,36% in chiusura, dopo aver toccato durante la seduta un picco al 4,47%. L'impennata che ha pesato sulle quotazioni dei titoli bancari, i più esposti in BoT e BTp. A Piazza Affari, che con la seduta odierna ha azzerato il rialzo da inizio anno, hanno sofferto in particolare Banco Popolare(-2,94%), Intesa Sanpaolo(-2,87%), Ubi Banca (-2,59%) e Unicredit(-1,25%). mentre tra i titoli meno penalizzati c'è Autogrill (-1,68%), sostenuta dall'ipotesi che la società, una volta avvenuta la scissione tra attività di ristorazione e di duty free, possa annunciare operazioni straordinarie. In salita anche i titoli Parmalat (+0,5%), mentre é scattato il conto alla rovescia per l'assemblea che si riunirà venerdì.

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