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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2013 alle ore 11:41.
L'ultima modifica è del 05 dicembre 2013 alle ore 15:07.
A 18 anni dalla riforma Dini che ha modificato le regole di calcolo passando dal sistema retributivo a quello contributivo, sono 24 milioni gli italiani iscritti ai sistemi di previdenza obbligatoria (22 milioni di iscritti all'Inps e 2 milioni di professionisti che versano alle proprie Casse) che ancora attendono la cosiddetta "busta arancione", cioé il documento che dovrebbe fornire una stima della rendita pensionistica di ogni lavoratore sulla base della sua contribuzione. Le Casse autonome hanno già fornito da tempo dati e informazioni all'Inps ma dell'"estratto conto" non c'è traccia.
«Dov'è la busta arancione?» è l'inchiesta di copertina di Plus24, in edicola sabato con Il Sole 24 Ore, nell'ambito della quale è stato intervistato Lello di Gioia, presidente della Commissione bicamerale di vigilanza sugli Enti previdenziali, che giovedì mattina ha raccolto in un'audizione l'allarme sui conti dell'Inps lanciato dal presidente dell'ente pensionistico, Antonio Mastrapasqua. «Chiederemo all'Inps di inserire nella busta arancione anche le previsioni sulla pensione che ciascuna persona riceverà al momento di lasciare il proprio posto di lavoro». Lello Di Gioia (Psi) è il nuovo presidente della Commissione bicamerale di vigilanza sugli Enti previdenziali che ha competenza anche sull'Inps oltre che sulle casse dei professionisti. In questa intervista a Plus24 spiega che intende fare pressing su Inps per l'invio (finalmente) della busta arancione.
Allora, giovedì 14 novembre la Commissione di vigilanza ha sentito il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua. Che cosa vi ha spiegato?
Ha parlato dei bilanci Inps e della situazione di "non tranquillità". Purtroppo l'audizione è stata aggiornata per un'importante seduta della Camera dei deputati.
Quando lo risentirete per affrontare la questione della busta arancione?
Mercoledì 3 dicembre, prima dell'audizione del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. In quella sede chiederemo conto della busta arancione. A tal proposito chiederemo anche una relazione scritta su quanto è stato fatto e su tutto ciò che Inps intende fare a tal proposito.
A quanto si sa, nella busta arancione non saranno indicate le previsioni sulle pensioni dei singoli ma soltanto la storia contributiva. Che ne pensa?
Penso che dentro quel documento dovranno essere indicate anche le stime pensionistiche. È necessario rendere consapevoli le persone.
Lei sa però che sono anni che si parla di busta arancione...
Nella prossima audizione del presidente Mastrapasqua faremo finalmente il punto della situazione. Inoltre, a proposito del bilancio Inps, vogliamo anche avere un elenco degli enti pubblici morosi sul fronte dei contributi previdenziali.
Può spiegare meglio questa storia dei "morosi"?
Nell'audizione di giovedì, Mastrapasqua ha spiegato che la genesi della perdita dell'Inps deriva da uno squilibrio imputabile essenzialmente al deficit ex Inpdap e alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego. A noi non basta tale spiegazione per giustificare il disavanzo di 9 miliardi.
Quindi?
Quindi vogliamo da Inps un elenco degli enti pubblici che non avrebbero pagato i contributi previdenziali all'Inps. A quel punto, bisognerà poi decidere in futuro cosa fare con gli enti morosi al momento dei trasferimenti da parte dello Stato.
Quella del 3 dicembre sarà dunque un'audizione fiume?
Ci saranno molte cose da chiarire anche sulle attività dell'Inps, oltre alla busta arancione su cui vogliamo un completo chiarimento sui tempi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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