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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 20:55.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2013 alle ore 09:29.

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Il colosso bancario JPMorgan ha siglato un accordo con il dipartimento di Giustizia americano e diversi Stati Usa per sanare, con 13 miliardi di dollari, le sue dispute legali riguardanti i mortgage-backed securities, cioé i prodotti strutturati coperti da mutui. Lo rivela Eric Schneiderman, il ministro della Giustizia dello stato di New York, secondo il quale l'intesa include il pagamento di 9 miliardi di dollari alle autorità statunitensi e 4 miliardi di dollari di rimborsi ai creditori.

Si tratta di un accordo storico, il maggiore per entità economica mai raggiunto tra il governo e una singola banca. L'accordo mette fine a un contenzioso relativo alla crisi dei mutui subprime e chiude così le procedure legali intentate dal governo federale e da diversi Stati Usa sui prodotti finanziari legati ai mutui venduti prima dell'esplosione della crisi finanziaria.

Si è chiuso così il negoziato tra il gruppo guidato da Jamie Dimon e il governo federale americano. Le azioni del gruppo bancario, in seguito all'annuncio dell'accordo, stanno guadagnando poco meno di un punto percentuale in Borsa. Le azioni legali sanate riguardano la vendita di Rmbs di JPMorgan, Bear Stearns e Washington Mutual prima del primo gennaio 2009. JPMorgan ha acquistato Bear Stearns e Washington Mutual prima della crisi. Le ultime ore sono state decisive per l'intesa, rimuovendo gli ultimi ostacoli, ovvero l'intesa su un pacchetto di 4 miliardi di dollari di aiuti ai proprietari di casa in difficoltà e l'assunzione di responsabilità per gli errori di Washington Mutual prima dell'acquisizione da parte di JPMorgan, che ammette di aver venduto deliberatamente prodotti inadatti ai clienti. Inclusi nel conto i 4 miliardi di dollari che JPMorgan si è già impegnata a pagare in precedenza alla Federal Housing Finance Agency (Fhfa).

Il patteggiamento, secondo il ministro della Giustizia americano Eric Holder, invia un segnale chiaro: «Le indagini del Dipartimento di Giustizia sulle frodi finanziarie sono lungi dall'essere terminate», afferma commentando l'accordo da 13 miliardi di dollari di JPMorgan con le autorità americane.

Alcuni giorni fa JPMorgan aveva annunciato un di aver raggiunto un accordo con 21 investitori in base al quale verserà 4,5 miliardi di dollari: la cifra servirà a compensare le perdite che gruppi come Fannie Mae, Freddie Mac, Goldman Sachs, Ing e BlackRock hanno subito per colpa di 330 titoli immobiliari ad alto rischio che JP Morgan e la sua filiale Bear Stearns vendettero tra il 2005 e il 2008.

Il patteggiamento di JpMorgan rappresenta sicuramente il più ingente, per l'ammontare della cifra pattuita con una singola banca. Ma non è il primo: a gennaio 2013 è stato raggiunto l'accordo da 8,5 miliardi di dollari da dieci banche per regolare il confronto sulle pratiche scorrette sui pignoramenti e ha portato a rimborsi da poche centinaia di dollari fino a 125mila dollari; in aggiunta, Bank of America ha patteggiato oltre 10 miliardi di dollari con Fannie Mae, il colosso del credito ipotecario nazionalizzato durante la crisi.

Soddisfatto dell'accordo il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, il primo ad annunciare l'intesa. «Fin dal mio primo giorno in carica, ho insistito sul fatto che ci debba essere l'assunzione di responsabilità a fronte di negligenze che si sono tradotte nel crollo del mercato immobiliare e nel collasso dell'economia americana», afferma Schneiderman. In base all'intesa, New York riceverà 1,3 miliardi di dollari, di cui 400 milioni di dollari di aiuti ai proprietari di casa e 613 milioni di dollari in contanti.

L'intesa rappresenta un significativo progresso per JPMorgan nel lasciarsi dietro le spalle parte delle battaglie legali. La banca guidata da Jamie Dimon ha pagato nelle ultime settimane oltre un 1 miliardo di dollari per chiudere le indagini sulla «Balena di Londra», il trader Bruno Iksil che ha assunto posizioni talmente importanti sul mercato dei derivati da influenzarne l'andamento. Le scommesse di Iksil sono costate a JPMorgan perdite per più di 6 miliardi di dollari e hanno messo in dubbio la governance della banca e Dimon, il "maghetto" di Wall Street in corsa, prima del fiasco, per il posto di segretario al Tesoro e considerato uno dei preferiti da Washington.

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