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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2014 alle ore 09:08.
L'ultima modifica è del 01 novembre 2014 alle ore 09:45.

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(Afp)(Afp)

Wall Street chiude la settimana in territorio record dopo l'annuncio a sorpresa di nuove misure di stimolo dell'economia da parte della Banca Centrale del Giappone. La buona performance odierna ha anche contribuito a un bilancio mensile che, nonostante le turbolenze di inizio mese, è positivo per i tre maggiori indici. Il Dow Jones ha guadagnato l'1,03% a 17.372,9 punti, il Nasdaq è salito dell'1,38% a 4.629,07 punti e lo S&P 500 e' cresciuto dell'1,08% a 2.016,26 punti. Una curiosita': l'S&P 500 ha segnato una chiusura record al mese dal giugno 2013.

Chiusura in forte rialzo anche per Piazza Affari, spinta come gli altri listini europei dalle misure di stimolo monetario adottate dalla Bank of Japan. Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in progresso del 3,07%, a 19.783 punti. Guidano i rialzi Ubi Banca (+6,75%) e Finmeccanica (+5,97%).

La notizia del giorno per i mercati finanziari arriva dunque dal Giappone. Con una mossa a sorpresa la Bank of Japan ha impresso una nuova spinta alla sua politica già ultraespansiva annunciando una serie di misure per far aumentare la base monetaria di 80 trilioni di yen all’anno (circa 715 miliardi di dollari). Come se non bastasse, il fondo pensione governativo (un colosso con asset in gestione per oltre mille miliardi di dollari) ha annunciato di voler aumentare la sua esposizione azioni nazionali ed estere (varranno entrambe il 25% circa del portafoglio) e debito estero (dall’11 al 15%). Tutto ciò a scapito dei bond domestici che passeranno dal 60 al 35% del portafoglio del maxi fondo.

Due notizie inattese che hanno avuto un impatto estremamente positivo sui mercati. A partire ovviamente dalla Borsa di Tokyo (che ha chiuso in rialzo del 4,83%) per arrivare sui mercati europei dove è tornata a farsi sentire la propensione al rischio. Tutti i principali listini del Vecchio Continente hanno chiuso la seduta in deciso rialzo (qui il saldo finale degli indici di Borsa).

Sul reddito fisso i tassi dei titoli di Stato a 10 anni hanno registrato cali sostenuti mentre il differenziale di rendimento tra titoli italiani e tedeschi (qui il grafico di giornata dello spread Bund-BTp) è sceso di 10 punti. Sul mercato dei cambi l'euro è sceso sotto la soglia di 1,25 dollari per la prima volta da fine agosto 2012 (qui il grafico del cambio euro-dollaro). Un movimento dettato soprattutto dal rafforzamento del dollaro nel cambio con lo yen (la valuta giapponese ha aggiornato un nuovo minimo da 7 anni sul biglietto verde).

A Piazza Affari bene il comparto bancario su cui, dopo le perdite dei giorni scorsi, sono tornati gli acquisti (qui il grafico di giornata dell’indice Ftse Italia Banche). Rialzi in particolare per le popolari con Bpm e Ubi Banca. Unica eccezione: Banca Mps che ha perso un altro 10% dopo che i vertici di Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno detto di non essere interessati a rilevare la banca senese travolta dopo la bocciatura agli stress test Bce. Sotto i riflettori anche l’altra «malata» Carige dopo che questa mattina l’agenzia Standard & Poor’s ha messo sotto osservazione il rating in vista di un possibile declassamento.

Tra i big si segnala anche il titolo Eni all’indomani della trimestrale che ha dato risultati positivi nonostante il contesto di mercato sfavorevole. Questa mattina è arrivata la promozione degli analisti di SocGen che hanno alzato il prezzo obiettivo da 18 a 18,5 euro con consiglio «buy» (comprare). Ha limato le proprie stime sulla quotazione invece Barclays che ha fissato il suo target a 21 euro.

Anche alla luce della mossa a sorpresa della banca centrale giapponese tornano a tenere banco le aspettative sulle prossime mosse della Bce, che settimana prossima terrà il suo consueto direttivo mensile. In questo senso il focus degli investitori è per la pubblicazione della rilevazione sui prezzi al consumo di ottobre. Dalla rilevazione Eurostat di oggi tuttavia non sono emerse grosse sorprese: il tasso annuo di inflazione nell'area euro - secondo le attese degli analisti - è tornato a salire e a ottobre è atteso allo 0,4% rispetto allo 0,3% di settembre.

La decisione di aumentare gli stimoli monetari da parte della Bank o Japan arriva a pochi giorni dall’annuncio della fine del Quantitative Easing (gli acquisti di titoli sui mercati) da parte della Federal Reserve americana. La fine della liquidità facile da parte della Federal Reserve, benché graduale e ampiamente annunciata, è stata vissuta con una certa ansia dai mercati finanziari. Una situazione fotografata dal marcato aumento della volatilità nelle settimane centrali di ottobre. Per i mercati, alle prese con questo passaggio chiave, la mossa della Bank of Japan giunge come un elemento di rassicurazione sul fatto che la liquidità in circolazione resterà comunque alta e che la fine degli acquisti mensili di titoli da parte della Fed sarà in qualche modo compensata dall’intervento giapponese.

Che poi ci sia un problema di liquidità connesso alla fine del Quantitative Easing della Fed è di per sé abbastanza opinabile. Gli esperti di Rbs in un recente studio hanno calcolato che, anche senza gli acquisti di titoli della Fed, la somma dei bilanci delle principali banche centrali al mondo (Fed, Bce, Bank of England, Bank of Japan e People’s Bank of China) è cresciuta in maniera sostenuta in questi anni e questo trend proseguirà anche nel 2015 quando dovrebbe sfondare quota 16 mila miliardi di dollari.

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