Rublo ai nuovi minimi storici sui mercati, sempre zavorrato dalle conseguenze delle sanzioni del mondo Occidentale per la crisi ucraina e, soprattutto, per il crollo dei prezzi petroliferi (dai cui la Russia trae le maggiori risorse in entrata). In mattina la valuta è arrivata a perdere il 2%, poi ha recuperato terreno e si trova vicina ai livelli di ieri, a quota 53,60 sul dollaro e in ripresa sull’euro a quota 65,5 (qui il grafico euro-rublo in tempo reale).

La divisa russa da inizio anno si è svalutata di oltre il 40% rispetto alla moneta europea e di oltre il 60% nei confronti del biglietto verde. Dopo la decisione dell'Opec di confermare le quote produttive del greggio (giovedì scorso) c’è stata un’accelerazione al ribasso del rublo.

Solo ieri ha accusato un tonfo superiore al 4% rispetto al biglietto verde (il più ampio dal 1998), dopo che il Governo ha previsto la caduta del Paese in recessione nel 2015, naturalmente mettendo in conto una persistente debolezza della divisa.

Il rublo aveva aperto la seduta su posizioni relativamente stabili, con momentanea la complicità della fermezza delle quotazioni del greggio, ma ha ripreso di nuovo a puntare con decisione al ribasso dopo la pubblicazione da parte della Banca centrale russa sullo stato delle riserve. Rapporto che segnalava interventi per complessivi 700 milioni di dollari, solo nella giornata di lunedì scorso, per fermare la caduta della divisa. Nuovi interventi sono stati segnalati dalle sale cambio anche oggi, interventi che non a caso hanno coinciso con il rimbalzo della moneta in tarda mattinata.

Il mercato, che secondo gli esperti ritiene insufficiente la somma per interrompere l'attività speculativa, è subito ripartito al ribasso. Le riserve ufficiali della Russia sono diminuite quest'anno di circa 90 miliardi, con l'Istituto che ha venduto dollari e euro con l'obiettivo primario di sostenere la divisa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA