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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 20:00.
Olesia Nalimova è una avvocatessa russa ma lavora in uno studio italiano. O meglio, nella sede di Mosca dello studio italiano De Berti Jacchia Franchini Forlani, dove ha maturato una specializzazione specifica nella tutela della proprietà intellettuale.
La carriera dell'avvocato, 29 anni, una laurea all'università di San Pietroburgo e un master in diritto della proprietà intellettuale conseguito all'università di Torino, inizia poco dopo la laurea quando inizia a collaborare con lo studio Gorodissky & Partners Ltd, dove come praticante aveva una retribuzione mensile di 200 euro.
«In seguito ho lavorato come legale per la NTV Broadcasting Company JSC, occupandomi in particolare della protezione dei copyright dei software della società», racconta Nalimova, che si è unita a De Berti Jacchia lo scorso agosto, «una struttura dove posso mettere a frutto tutte le diverse esperienze professionali maturate fino a oggi».
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L'avvocato non si era fatta spaventare infatti dalla crisi economica e nonostante le prospettive incerte prima di partire per Torino aveva lasciato il posto di lavoro in azienda.
«Tornare alla professione in studio è stata la scelta migliore per me», commenta a posteriori. «La scelta di specializzarmi in proprietà intellettuale era stata quasi un caso, ma oggi non la cambierei. Da De Berti Jacchia sto anche avendo la possibilità di acquisire familiarità con altre aree del diritto commerciale e applicare la mia specializzazione in contesti differenti», aggiunge.
In Russia questo settore è infatti ancora giovane e alcuni ostacoli quotidiani riguardano l'interpretazione della normativa e il funzionamento del sistema giudiziale, spesso farraginoso.