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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 09:09.
Sei giorni dopo i festeggiamenti per la laurea con lode in giurisprudenza, Gabriele Antonazzo entra in Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, studio legale americano con cui dieci anni dopo collabora ancora.
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Un ingresso nel mondo del lavoro precoce, come precoce è stata la scelta dell'avvocatura d'affari per il proprio futuro professionale, «durante il terzo anno di università, quando ebbi l'opportunità di trascorrere un periodo di studio negli Stati Uniti», ricorda Antonazzo.
«Ho intrapreso questa carriera immediatamente dopo la laurea e la sfida più importante è stata quella di acquisire gli strumenti del mestiere il più rapidamente possibile».
Strumenti del mestiere adatti alla specializzazione scelta, quella in diritto commerciale e dei mercati finanziari. «Uno dei tratti distintivi di Cleary Gottlieb è l'assenza di dipartimenti rigidi e questo consente di svolgere un'attività molto varia», precisa tuttavia Antonazzo, che nel corso degli anni ha lavorato su operazioni di M&A nazionali e internazionali e su deal di capital markets.
In una giornata tipo non mancano mai l'attività di revisione dei contratti e le riunioni con clienti e controparti per negoziare i termini delle operazioni. E quando il caso è cross border il cliente si incontra in conference call.
«La cosa più bella del mio lavoro è la diversità delle pratiche, spesso anche in termini di diritto applicabile», spiega l'avvocato. Che aggiunge che meno eccitante è invece «vedere morire un'operazione alla quale hai dedicato tanti mesi di lavoro, come talvolta accade».
L'avvocatura d'affari e quella d'affari hanno però in comune la stessa dedizione per il cliente e il senso di appartenenza allo studio con cui si collabora.