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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2010 alle ore 20:14.
Adesso ci abbiamo preso gusto. E il Giro si riapre. Dopo il grande exploit di Vincenzo Nibali, primo sabato ad Asolo dopo una straordinaria fuga sul Monte Grappa, questa volta, sulle rampe da skylift dello Zoncolan, è Ivan Basso a sgretolare la resistenza dei big.
Uno dopo l'altro, con il ritmo inesorabile di un metronomo, il capitano della Liquigas li fa saltare tutti come birilli. L'ultimo a cadere, caracollante come un Cristo in croce, è Cadel Evans che riesce a contenere il distacco in un onorevole minuto e venti. Anche Michele Scarponi tiene botta, ma poi cominciano a girare le lancette. La maglia rosa, Arrojo, piglia una legnata di quasi quattro minuti.
Riesce a conservare il primato ma il suo tesoretto comincia ad assottigliarsi. Tre minuti e mezzo, con questi chiari di luna, in un Giro d'Italia sempre più imprevedibile, valgono davvero poco. Ancor di meno davanti a questo Ivan Basso che, dopo due anni di purgatorio, trova finalmente il Paradiso nel giorno più atteso.
"E' il giorno più bello dal mio ritorno al ciclismo", dice Ivan liberandosi finalmente in un sorriso. Veramente una furia, il capitano della Liquigas. Quando il gioco si fa duro, quando la strada si restringe a un budello, e i tifosi gli fanno da corridoio umano, lui va via in scioltezza. Non c'è fatica, non c'è croce da portare, come invece succede agli altri, comuni mortali in questa giornata di fatiche. Ivan va. Sempre composto e seduto sul sellino, Basso prosegue col suo ritmo micidiale fino al traguardo. Peccato solo per Vincenzo Nibali che, pagando il dazio delle fatiche del Monte Grappa, arriva con un ritardo di tre minuti finendo settimo in classifica a circa 6 minuti.
Non importa. Il ragazzo si farà. Ha tempo. Quello che conta è che la coppia funzioni. Nel senso che Basso e Nibali riescono perfettamente a far gioco di squadra. Di solito, anche nel ciclismo, le coppie scoppiano. Qui invece l'accordo funziona a meraviglia. Un giorno a me, un giorno a te. Al ragazzo siciliano, spericolato discesista, la tappa di Asolo. In questa piramide piantata nel cielo, va in scena il capitano. E intanto gli avversari saltano come tappi di champagne. Il tutto in una cornice da ciclismo da prima degli anni del doping . Decine di migliaia di persone che, tornante dopo tornante, hanno fatto pace con uno sport che di tutto ha fatto per allontanarle.
Quello che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi, incredibilmente, è diventato un Giro bellissimo. Intenso. Emozionante. E anche la scelta suicida della tappa dell'Aquila, è diventata, oltre che una fesseria, una variabile ad alta intensità emotiva. Tutti i giochi, comunque, sono aperti. Basso è terzo (3',33") Scarponi quarto (4'21"), Evans quinto a quasi cinque minuti, davanti a Vinokourov (5, 51") che sta perdendo colpi. Lunedì è giorno di riposo. Ma poi tutto può succedere