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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 13:22.

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Come «Fare gli italiani»? La risposta in un'installazione virtualeCome «Fare gli italiani»? La risposta in un'installazione virtuale

I protagonisti della mostra «Fare gli italiani» siamo noi. L'installazione multimediale che si sviluppa su una superficie di 10.000 mq alle Officine Grandi Riparazioni di Torino riflette sul lungo processo di formazione dell'identità nazionale seguendo le tappe fondamentali della vicenda unitaria con due criteri narrativi paralleli: uno cronologico e l'altro tematico.

Nel percorso espositivo, i momenti più significativi vissuti dall'Italia unita verranno raccontati all'interno di 13 isole tematiche, che consentono al visitatore di acquisire una visione complessa e profonda dei movimenti, meccanismi e fenomeni di lungo periodo che hanno condizionato la storia del paese: il mondo contadino, la scuola, la Chiesa, i movimenti migratori, la prima guerra mondiale, la seconda, i partiti di massa, la mafia, l'industria, i consumi, i trasporti e i mezzi di comunicazione di massa.

I 150 anni dell'Unità d'Italia sono rappresentati attraverso una pluralità di strumenti, narrazioni e linguaggi, anche con il supporto di foto, filmati interattivi e di stupefacenti busti parlanti dei principali personaggi storici. Un valido e prezioso contributo è dato dalla pittura, grazie a una serie di opere significative dell'ottocento e novecento italiano (Hayez, Induno, Cammarano, Inganni, Barbieri, Sassu e altri), nelle quali si possono riconoscere i volti noti della storia italiana ma anche quelli di anonimi soldati, patrioti, lavoratori. A questa si aggiunge il cinema grazie al genio di autori e registi come Rossellini, De Sica, Zavattini, Fellini, Flaiano, Visconti, Comencini, Monicelli e altri ancora. Ma c'è spazio anche per il teatro e la musica, che nell'800, grazie al genio di Giuseppe Verdi, ha contribuito validamente alla diffusione degli ideali del Risorgimento; e quello di prosa, che con Pirandello e De Filippo ha saputo indagare in profondità la psicologia e il sentire degli italiani.

Oggetti di culto
Fra i protagonisti della mostra c'è la Vespa. dove saranno esposti due tra i modelli più rappresentativi della storia di Vespa: la prima Vespa 98, del 1946, e la Vespa 150 GS del 1959. Nella sezione "Stazione Futura", invece, il futuro della mobilità urbana secondo Piaggio è rappresentato da due prototipi: Piaggio USB (Urban Sport Bike), un concept che rappresenta la sintesi e al tempo stesso la possibile evoluzione del concetto di scooter, e Piaggio NT3, un veicolo a quattro ruote e tre posti senza precedenti sul mercato, che si ispira alle caratteristiche di fondo della mitica Ape Piaggio, pensato per soddisfare i bisogni di mobilità delle aree a più alto tasso di sviluppo e più densamente popolate del pianeta. In più dal 22 marzo al 12 aprile un'intera sezione sarà dedicata alla mostra "La Vespa e il Cinema", da poco conclusasi al Museo Piaggio di Pontedera, che attraverso un vasto patrimonio iconografico e documentale di oltre 200 immagini di film "cult" (manifesti, locandine, foto di scena e di attori su Vespa) racconta il fortunato connubio tra la settima arte e lo scooter più famoso del mondo.

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