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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 08:10.

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«Le intese devono valere per tutti»«Le intese devono valere per tutti»

È questa la strada per ritrovare lo sviluppo?
Il governo è interessato ad accompagnare le parti a uscire dal Novecento e dalle sue logiche di conflitto di classe. Noi abbiamo costantemente lavorato per ampliare la capacità delle parti sottoponendo loro preventivamente la stessa riforma dello Statuto dei lavoratori in più moderno Statuto dei lavori fondato sulla cedevolezza di molte norme di legge rispetto agli accordi.

Prima l'accordo tra le parti e poi le norme, insomma, sullo Statuto come per i contratti di prossimità.
Il prossimo incontro tra Confindustria e sindacati rappresenta quindi il completamento dell'accordo del 2009, che ha caratterizzato la cifra fondamentale della presidenza Marcegaglia e la compiuta svolta sostanziale del sindacato riformista italiano.

Dunque il percorso della deroga rispetto al contratto nazionale?
Non userei la parola deroga. Qui parliamo piuttosto di quale deve essere la capacità di un libero accordo aziendale.

Qual è l'obiettivo finale?
Quello di alzare drasticamente la produttività del lavoro e in connessione ad essa i salari così come quello di incoraggiare con gli investimenti la maggiore occupazione. Così ci raccomandano tutti, dall'Ocse all'Fmi, alla commissione Ue che ha approvato il nostro piano nazionale di riforme. Non è un caso che in tutti i Paesi ove è forte la presenza sindacale si lavori per dare maggiore peso al contratto aziendale, dalla Germania alla Spagna di Zapatero che addirittura in assenza di un accordo tra le parti ha adottato un decreto legge a questo scopo.

Si aspetta un accordo sia sui contratti aziendali sia sullo Statuto?
Lo Statuto dei lavori significa meno legge e più contratto, meno norma rigida e più capacità di regolazione adattiva rispetto allo Statuto del 1970. Un accordo sui contratti di prossimità ne sarebbe una prima attuazione.

La proposta di Piero Ichino su un nuovo Statuto dei lavori non è lontana dalla vostra ma è andata in minoranza alla Conferenza di Genova del Pd.
La sua è una proposta più coerente con la nostra rispetto alla posizione ufficiale del Pd, anche se resta un po' troppo causidica. Io confido che la norma possa essere ancor più leggera, lo stretto necessario per supportare l'autonomia delle parti.

Intanto la Fiom oggi ha affrontato la prima udienza a Torino su Fabbrica Italia Pomigliano.
Sì. Registro che la Fiom ha rifiutato una ragionevole proposta di conciliazione. Mi auguro che il giudice, che sembra avere riconosciuto la legittimità di quell'accordo, vorrà considerarne soprattutto i profili sostanziali e il fatto che la maggioranza dei lavoratori lo ha sostenuto.

La settimana prossima lei ha convocato le parti e le regioni per definire l'intesa sul nuovo contratto di apprendistato. Riuscirete a chiudere?

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