Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 15:01.

My24

Secondo i vertici di Eurocopetr «questo velivolo è diverso dal modello Agusta, il convertiplano è più costoso, l'X-3 è meno veloce ma dovrebbe essere più adatto ai costi che il mercato può accettare». Diversa ovviamente la visione dell'Agusta che ha sviluppato il convertiplano.

La cornice del salone, insieme all'esibizione degli aerei da caccia, in particolare l'Eurofighter (di cui il gruppo Alenia-Finmeccanica produce il 20%, video) e il francese Rafale di Dassault, che sono impegnati nei bombardamenti in Libia e si sfidano in una gara in India per la fornitura di 126 velivoli da combattimento, sarà la guerra commerciale tra Airbus e Boeing, i dominatori del mercato dei jet commerciali oltre i 100 posti. Airbus è stata stabilmente in testa negli ultimi tre anni, dal 2008 al 2010, per i nuovi ordini e la produzione di aerei. Nei primi cinque mesi di quest'anno gli ordini ricevuti, al netto delle cancellazioni, vedono in vantaggio Boeing, con 133 velivoli contro i 97 di Airbus.

Il costruttore europeo sta però premendo sul mercato con il velivolo di medio raggio con il motore rinnovato che consuma il 15% in meno, l'A320 Neo. Pochi giorni fa Airbus ha annunciato un accordo, non ancora un contratto, per venderne 102 esemplari a due compagnie asiatiche. Inoltre Airbus ha annunciato che quest'anno consegnerà ai clienti 25 esemplari del superjumbo A380, più del doppio degli 11 del 2010. Boeing vede il traguardo per la consegna al primo cliente, la giapponese Ana, del primo B 787, l'innovativo aereo in composito, detto aereo di plastica, che è in ritardo di tre anni: la consegna è prevista entro settembre.

Infine la società di consulenza AlixPartners rileva in uno studio approfondito che nei prossimi anni l'industria aerospaziale a livello mondiale dovrà affrontare sfide difficli. Da un lato dovrà soddisfare un aumento di consegne di aerei commerciali di circa il 25% entro il 2014, dall'altro dovrà sostenere gli ulteriori tagli ai bilanci nazionali nella difesa. «Per quanto indebolito, il settore aerospaziale e difesa non è uscito così provato dalla crisi economica rispetto alla maggioranza degli altri settori industriali, grazie soprattutto all'aumento della domanda nel segmento della difesa, oltre che ad una politica di contenimento e tagli di costi del settore nel complesso», afferma Piero Masera, managing partner di AlixPartners. La conseguenza, secondo lo studio, sarà una pressione sulla catena produttiva per far fronte alla domanda crescente e un'accelerazione del processo di consolidamento del settore.

Shopping24

Dai nostri archivi