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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2011 alle ore 15:51.

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«Sembra di vedere un film»: così chi si trovava a New York la mattina dell'11 settembre 2001 commentava quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Una frase che riecheggia ne «I 102 minuti che sconvolsero il mondo», straordinario documentario prodotto da History Channel, che raccoglie i migliori contributi video, rigorosamente amatoriali, dei testimoni dello storico evento.

L'11 settembre percepito, anche dagli spettatori televisivi, come un film: un film apocalittico visto tante volte, trasformato in un istante in realtà. Diventa quindi ancora più interessante capire come il cinema ha cercato di rappresentarlo: il primo tentativo è stato un progetto collettivo di cortometraggi, dal semplice titolo «11 settembre 2001», presentato alla Mostra di Venezia del 2002, dove undici registi, tra i quali svettano Sean Penn e Alejandro Gonzalez Iñarritu, propongono la propria visione della tragedia. In seguito molti autori di spicco hanno raccolto la sfida di raccontare quel tragico giorno: da Oliver Stone con «World Trade Center», che ci coinvolge nel dramma dei pompieri intrappolati nel tentativo di dare soccorso, a Paul Greengrass con «United 93», incentrato sul quarto aereo dirottato dai passeggeri e precipitato in Pennsylvania, fino ad arrivare a Michael Moore e al suo discusso «Fahrenheit 9/11».

Non sempre però i film sull'11 settembre hanno rappresentato l'evento direttamente: spesso infatti si è cercata la mediazione di un genere, l'horror in particolare, come ne «La terra dei morti viventi» del 2005, dove le creature di George A. Romero diventano un'esplicita metafora dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle, o in «Cloverfield» di Matt Reeves del 2008, dove un mostro gigantesco che distrugge New York fa rivivere agli spettatori le sensazioni angoscianti provocate dalla rottura della quotidianità in un mondo che credevamo di conoscere. Nel corso degli ultimi anni, diverse pellicole hanno mostrato anche le conseguenze del dramma: tra queste «La 25° ora» di Spike Lee, dove viene ripreso Ground Zero per la prima volta sul grande schermo, «Reign Over Me» di Mike Binder, con protagonista un uomo che ha perso la sua famiglia negli attentati, e «Palindromi» di Todd Solondz che rappresenta genialmente la confusione d'identità in cui si sono trovati gli americani, e non solo, dopo l'11 settembre.

Anche Venezia non resta insensibile all'anniversario e programma due film, entrambi francesi, sull'argomento: «La désintégration» di Philippe Faucon, che attraverso la storia di quattro ragazzi di origine araba della provincia di Lille individua nel disagio sociale una delle cause del terrorismo, e «Would You Have Sex with an Arab?», documentario della regista Yolande Zauberman sulla difficile convivenza tra arabi ed ebrei israeliani a Tel Aviv e a Gerusalemme. Nonostante la già vasta produzione sull'argomento il cinema continuerà a raccontare l'evento: per la fine del 2011 è atteso «Extremely Loud and Incredibly Close», tratto da un romanzo di Jonathan Safran Foer e diretto da Stephen Daldry, con protagonista un ragazzino che ha perso il padre nell'attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York, ormai storico anche sul grande schermo, dell'11 settembre 2001.

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