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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2011 alle ore 15:00.
L'ultima modifica è del 29 dicembre 2011 alle ore 11:36.
Prima del varo della manovra «eravamo sull'orlo di un burrone», ma lo sforzo messo a punto dal Governo ha assicurato la sterzata decisiva al Paese ed evitato il peggio. Nella conferenza stampa di fine anno, il premier Mario Monti ribadisce la necessità del percorso intrapreso dall'esecutivo «per centrare il pareggio di bilancio nel 2013», rimarca che «non servirà un'altra manovra» e chiarisce il timing della fase due che dovrà sollecitare crescita e sviluppo dopo la manovra economica. «Entro fine gennaio arriveranno le prime misure per la crescita. Ci sarà uno sforzo su concorrenza e liberalizzazioni, poi il cantiere lavoro e degli ammortizzatori sociali». Lo chiama il pacchetto "cresci-Italia" non prima di aver chiarito che «i tempi saranno piuttosto veloci, l'Europa ci attende con ulteriori provvedimenti per l'Eurogruppo del 23 gennaio e per il Consiglio del 30 gennaio».
In due ore e mezza, il presidente archivia così l'ultimo confronto con la stampa del 2011 e coglie l'occasione anche per precisare qualche tassello. A cominciare dall'andamento dello spread che tiene banco nei titoli di giornali e tv. «L'andamento - dice - non va demonizzato né divinizzato. Gli acquisti della Bce sono quasi cessati e ora dato è in equlibrio, ma non ci sono fondamentali dell'economia che giustifichino valori così alti». Quindi il premier torna sulla necessità di procedere alla riduzione del debito e assicura «che nulla è escluso, ma gli interventi vanno fatti dopo un attento esame dei flussi di cassa». Quindi torna sulla manovra appena varata per sottolineare gli sforzi compiuti sulla lotta all'evasione («ora ha strumenti senza precedenti») e per assicurare che «non ci sarà un aggravio della tassazione sulla casa ma una maggiore equità nell'imposizione».
Quanto al futuro, la prossima sfida si chiama crescita. E qui le lancette dell'orologio sono puntate sulle prossime settimane. «Ci saranno tensioni sociali? Non lo so ma faremo di tutto per evitarle e d'altra parte il nostro dovere - assicura il premier - è produrre il cambiamento nella tutela transitoria di chi può soffrire il cambiamento». Ad ogni modo, si dice convinto Monti, «sono sicuro che il paese ci capiscee che non ci saranno tensioni sociali». E sulla riforma del mercato del lavoro promette «il confronto con le parti sociali ma tutto dovrà essere condotto con una certa rapidità». Ecco i passaggi salienti della lunga conferenza stampa.
Ore 14,42. Conferenza stampa termina dopo due ore e mezza
Prima conferenza stampa di fine anno da record di durata per il presidente del Consiglio Mario Monti. L'evento è durato complessivamente due ore e trentacinque minuti. Dopo l'introduzione del Presidente dell'Ordine Enzo Iacopino e il discorso di iniziale di Monti, il Premier ha risposto a 33 domande da parte di 23 testate, cinque delle quali straniere. A iscriversi per la domanda a Monti erano state invece 41 testate.
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