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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2012 alle ore 10:27.

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La falsa partenza di Francia e Inghilterra è già stata riscattata, com'era per altro prevedibile. Alle sensazioni della prima giornata sono già state sovrapposte immagini diverse: più spenta l'Ucraina, che quando al suo pacchetto tecnico non aggiunge furia agonistica si fa domare docilmente da una Francia finalmente convincente che si impone per 2-0; e intanto l'Europeo miete la seconda vittima, la Svezia, che lotta con le unghie e coi denti, ammansisce gli inglesi poi si fa sopraffare sul finale e ne esce con le ossa rotte. Un 3-2 spettacolare che lascia invariate le chance di qualificazione per tre squadre ma rispedisce al mittente Ibra e compagni.

A Donetsk si comincia con un fuoriprogramma che fa slittare la partita di un'ora: un violento nubifragio fa venir meno le condizioni di sicurezza per proseguire il gioco dopo soli 4'. Il direttore di gara, l'olandese Kuipers mette in stand by la gara in attesa di nuove disposizioni da parte dell'Uefa. Il campo drena alla perfezione e alle 19 in punto il gioco riprende con una Francia dal piglio deciso, come se l'acquazzone avesse spazzato via la residua patina grigia della prima partita, e per quanto si è visto anche quella dei primi 4'. La squadra di Blanc si preoccupa prima di tutto di prendere il controllo del centrocampo concedendo all'Ucraina solo qualche sporadica folata. Col passare dei minuti il controllo diventa dominio, la Francia sovrasta gli uomini di Blokhin con un ottimo possesso palla e se le si può fare un appunto è quello di non mettere a frutto tutte le palle gol costruite, ‘dettaglio' che non sarà trascurabile dai quarti in poi. Il primo tempo va in archivio senza reti. Menez, autore del primo gol nella ripresa, prima di centrare il bersaglio ne sbaglia almeno tre. E' lui l'uomo della provvidenza del ct dei bleu. Blanc, che aveva annunciato cambi alla vigilia, decide di schierarlo al posto di Malouda. Anche l'Ucraina ha la sua occasione prima dell'inervallo, neanche a dirlo con Shevchenko, ma la cattiveria agonistica non è quella vita contro la Svezia ma soprattutto Lloris fa buona guardia. I botti si concentrano nei primi minuti della ripresa. L'uomo partita è Karin Benzema, autore di entrambi gli assist, che dopo una bella combinazione con Ribery serve Menez che batte Pyatov sul suo palo. Passano solo 3' ed è già tempo di raddoppiare.

E' ancora di Benzema l'intuizione con una palla perfetta per l'inserimento di Cabaye e per il suo sinistro che mette ko l'Ucraina. Shevchenko stavolta nulla può. Stavolta la sua squadra non punge per niente. Francia che si piazza dunque alla testa del girone e viene poi raggiunta dall'Inghilterra dopo la rocambolesca gara che condanna la Svezia con una giornata di anticipo. Premiate le scelte tattiche di Roy Hodgson che sceglie di affiancare Carroll a Welbeck, inefficaci invece quelle di Hamren che piazza Ibrahimovic qualche metro dietro a Elmander. Gli inglesi bussano alla porta di Isaksson dopo soli 7' con una gran botta di Parker ma deve attendere il quarto d'ora per vedere la palla alle spalle del portiere svedese. Cross di Gerrard che mette in mezzo e Carroll, in un concentrato di elevazione potenza, incorna per l'1-0. Sul fronte opposto si cerca Ibrahimovic con insistenza ma la fiducia stavolta è malriposta, e l'unico pericolo per la porta di Hart, che lo anticipa in uscita, è di Elmander che raccoglie la sponda di Larsson.

La ripresa è un concentrato di emozioni con la Svezia che prima pareggia grazie all'autorete di Johnson che tenta invano di sbrogliare una mischia sugli sviluppi di una punizione, e poi passa in vantaggio con Mellberg che, sempre sugli sviluppi di un calcio piazzato, illude i suoi. Ma Hodgson azzecca anche il cambio Milner-Walcott. Il nuovo entrato non solo si rivelerà il migliore in campo ma con un gran tiro da fuori riporta il match in parità. Non contento, sarà ancora lui a servire la palla a Welbeck per il colpo di tacco che vale una buona fetta di qualificazione. Intanto Rooney applaude dalla tribuna e scalpita, pronto a rientrare in corsa con l'Ucraina. Una presenza preziosissima visto che tutto è ancora in palio.

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