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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2012 alle ore 14:17.

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Dopo gli stracci che sono volati giovedì e venerdì oggi potrebbe essere il giorno della tregua. L'iniziativa della Fondazione Big Bang che sul sito domenicavoto ha invitato gli indecisi a mandare una mail (ne sono state inviate 128.733) per chiedere di poter votare, ha avuto come conseguenza anche il ricorso contro Matteo Renzi, che gli altri quattro candidati alle primarie hanno presentato ai garanti. E da allora è stato un susseguirsi di botta risposta senza esclusione di colpi.

Ma oggi Matteo Renzi tenta una tregua. Il sindaco di Firenze e il segretario Pd sono entrambi a Milano. Il rottamatore propone un caffè insieme per «fare un appello condiviso alla tranquillità e alla serenità». E assicura: «Se vince Bersani nessuno griderà ai brogli». Pier Luigi Bersani rilancia, per oggi, dice, «c'è qualche problema logistico», ma non esclude «anche un pranzo, quando c'è l'occasione». «Siamo tutti una grande squadra», ribadisce il segretario. Che sull'appello precisa: «Dispostissimo a farlo insieme, appena ci sarà una logistica che ci aiuti». Renzi ha già detto che se non ci sarà un appello comune, allora Bersani «se ne assumerà tutte le responsabilità». L'obiettivo dei renziani, che con l'iniziativa della Fondazione Big Bang hanno alzato la tensione, a questo punto è arrivare a una distensione che consenta a chi ha fatto richiesta di votare al ballottaggio.

I garanti però hanno già stabilito che le richieste di deroga per potersi iscrivere al ballottaggio andranno approvate all'unanimità dai coordinamenti provinciali, incaricati di esaminare le istanze. Quanto all'esposto presentato dagli altri quattro candidati contro Matteo Renzi per le inserzioni con l'appello al voto apparse giovedì su alcuni quotidiani, sono state rilevate «distorsioni evidenti» e il sindaco é stato richiamato alla sobrietà, ma non è stata decisa nessuna sanzione.

Per Bersani le regole non si toccano, restano quelle già stabilite: «Matteo ha opinioni diverse ma sono sicuro che in queste ore maturerà l'intenzione di rispettarle». E sottolinea: «Matteo, io e tutti vorremmo fare di domani una grande giornata di festa per la democrazia».
Il tour elettore di entrambi oggi ha fatto tappa a Milano, Renzi al centro sociale di Don Rigoldi Barriòs e Bersani alla Casa di Alex, centro culturale dedicato a Alex Iriondo, ex segretario milanese Ds, morto di leucemia nel 2000. Qui il segretario è rimasto circa un'ora prima di spostarsi in Piemonte per altre tappe del suo tour.

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