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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2013 alle ore 21:45.
L'ultima modifica è del 29 aprile 2013 alle ore 14:45.

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Ore 20,20. I no e le astensioni al Governo Letta
La Lega si asterrà, il M5S non voterà la fiducia al governo Letta. No alla fiducia anche da Sel, che si dice d'accordo con la Convenzione per le riforme, che ritiene debba essere affidata a Rodotà. No anche da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni («non crediamo alla favola delle larghe intese»). È quanto emerso dalle dichiarazioni di voto per la fiducia alla Camera. Il Governo di larghe intese è sostenuto da Pd, Pdl e Scelta civica.

Ore 19,05. Via alle dichiarazioni di voto sulla fiducia
Al via nell'Aula della Camera alle dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. L'inizio delle votazioni è previsto per le 20.

Ore 19,03. Il governo lavorerà come un buon padre di famiglia
«La concretezza é il tema principale del nostro impegno: comincia oggi una navigazione che possa portarci a cambiare le istituzioni del paese e dare segnali di speranza». Il governo lavorerà «come il buon padre di famiglia, che non fa mai debiti», ha detto il premier, Enrico Letta, parlando in aula alla Camera in sede di replica.

Ore 19,02. L'Europa deve fare scelte diverse
«Il nostro destino può essere quello che vogliamo solo se l'Europa farà scelte diverse rispetto a quelle fatte fin qui», ha affermato il premier Enrico Letta, nel corso della sua replica alla discussione sulle linee programmatiche del governo, nell'Aula della Camera. Secondo il premier, bisogna «spingere per un'Europa che riesce a far correre le opportunità dei cittadini europei».

Ore 19,01. Non voglio vivacchiare
«Non ho intenzione di sopravvivere e di vivacchiare a tutti i costi. Questa vicenda avrà un senso se con una maggioranza così larga riuscirà ad uscire in positivo dalla seconda Repubblica», ha detto il premier Enrico Letta alla Camera.

Ore 18,55. Fare le riforme per far amare il parlamento dagli italiani
Fare «le riforme costituzionali sarà l'unico modo con cui questo Parlamento tornerà ad essere amato dagli italiani», ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta nella sua replica alla Camera. Sarà il modo per entrare «nella terza Repubblica» ed evitare il prolungarsi «dell'agonia della seconda Repubblica». Riforme che dovranno essere «largamente condivise», perché «tutte le riforme costituzionali fatte a maggioranza semplice», sono state «un errore profondissimo».

Ore 18,54.La seconda Repubblica è finita
«Se siamo tutti insieme al servizio del Paese e delle istituzioni è perchè crediamo che la seconda Repubblica sia finita, e che non va allungata l'agonia. Per questo serve un cambio della Costituzione», ha detto il premier Enrico Letta, intervenendo alla Camera in replica al dibattito. Un discorso che «vale anche per la legge elettorale. Va inquadrata dentro le cose che riguardano il cambio della Costituzione, come il Senato delle Regioni», per avere «la possibilità che questa sia la legislatura della terza Repubblica e non l'agonia, lunga, della seconda».

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