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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 14:45.
Il museo virtuale diventa spazio espositivo. È l'idea di Adobe Museum of Digital Media, progetto della software house americana, sviluppato dall'anglo-italiana Unit9 insieme all'architetto Filippo Innocenti. «Vuole essere un monumento all'ingresso del virtuale nella vita quotidiana avvenuto negli ultimi 10 anni», spiega Piero Frescobaldi di Unit9. Prima di tutto un monumento architettonico, con una precisa fisionomia (seppur digitale) percorribile, all'interno delle skyline cittadine. Il museo ha un direttore e un comitato scientifico a cui si rivolgono gli artisti interessati a sperimentare le possibilità creative del digitale. Aperto nell'ottobre 2010, finora ha ospitato una rassegna di Tony Oursler, specializzato in istallazioni multimediali, curata da Tom Eccles del Bard College Center di Annandale (Ny). Prossimi appuntamenti: quelli dell'artista giapponese Mariko Mori e del grafico americano e presidente della Rhode Island School of Design, John Maeda.
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