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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 06:48.

Avete presente il campionario? Quei pochi metri di stoffa da mostrare ai clienti e specialmente alle griffe della moda? Beh, cominciate a dimenticarlo. Roberto Colombo è un patito dell'hi-tech. Così è stato tra i primi a fare la rivoluzione: al Lanificio Colombo di Borgosesia, Vercelli, il maggiore tessitore mondiale di fibre nobili (300 tonnellate all'anno di cashmere e 200 tonnellate tra lane di cammello, vicuña e guanaco, 60 milioni di fatturato, il 70 per cento sul l'export, 300 dipendenti), i tessuti oggi nascono tutti al computer.

Al centro ricerche lavorano 15 persone: metà sono stilisti e designer che con programmi Cad-Cam studiano i nuovi prodotti, variando la finezza della lana, le trame, i colori; l'altra metà è costituita da ingegneri e tecnici meccanici e chimici che hanno il compito di industrializzare le idee che saltano fuori. Da qui in giù i processi sono stati sottoposti a una massiccia cura informatica. Per assicurare flessibilità produttiva (capacità di soddisfare ordini grandi e piccoli), uniformità nella qualità, maggiore rapidità di consegna in ogni continente. Alla faccia del settore maturo...

Punti d'innovazione Tessuti e prodotti finiti disegnati al computer: così si risparmia sul campionario e si moltiplicano le collezioni
Macchinari computerizzati capaci di controllare finezza del filo, tipo di lavorazione e quantitativi giornalieri
Agenti dotati di palmare che trasmettono gli ordini 24 ore su 24 direttamente al commerciale
Logistica avanzata per la riduzione delle scorte di magazzino e la distribuzione rapida nei cinque continenti

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