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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 17:27.

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La ri-scoperta delle storie lungheLa ri-scoperta delle storie lunghe

«Due anni fa, una notte di novembre...»: è l'inizio di un articolo sugli attacchi terroristici di Mumbai da leggere su internet in venti pagine. Sono tredicimila parole. A scriverlo è stato Sebastian Rotella, un reporter del giornale online d'inchiesta «Pro Publica». Nella sua narrazione unisce precisione, leggerezza e una minuziosa ricostruzione del contesto e dei luoghi. Ha raccolto commenti entusiasti da parte dei lettori.

Ma la scintilla è stata l'edizione del suo testo adattata al Kindle, un lettore digitale grande quanto un libro. Ha venduto 3.500 copie in un mese al prezzo di 99 centesimi. E ha dimostrato le opportunità per il giornalismo narrativo ("long-form journalism") aperte dai formati elettronici: l'inchiesta-racconto sugli attentati di Mumbai è più lunga di un articolo per un magazine, ma più breve di un romanzo.

Il successo di «Pro Publica» ha ispirato in poco tempo altri reporter. Il «New York Times» ha lanciato un libro su WikiLeaks distribuito nelle piattaforme digitali per ebook. La rivista «Foreign Policy», invece, ha proposto in 70mila parole una raccolta di analisi sulle proteste in Egitto. Ma è appena l'inizio. Dice Clay Shirky, autore del saggio «Cognitive surplus»: «I contenuti in forma estesa (long-form content, ndr) arriveranno alla loro audience attraverso i social network: sarà una vera rinascita.

Prima non avrebbero mai raggiunto un pubblico più ampio del magazine dove erano stati pubblicati». Da pochi giorni il settimanale «New Yorker» ha lanciato un esperimento: accesso gratuito (ma durante un periodo di tempo limitato) a un articolo di Jonathan Franzen per i lettori che su Facebook cliccano "mi piace" nella fan page della rivista.

Le tre innovazioni che fanno notizia

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