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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 15:39.

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Un biglietto aereo Londra-Milano. Sola andata. Seduti in business class centinaia di server, pronti a tornare a casa. Questa immagine è il simbolo della nuova finanza nata (per necessità ma non necessariamente per virtù) dopo il crack dei mutui subprime e dei derivati. La finanza che sfrutta gli algoritmi che ogni giorno si danno battaglia sul mercato telematico.


Proprio un "artigiano" di questi algoritmi, un ingegnere finanziario che preferisce restare anonimo, ha svelato a Nòva che Borsa Italiana, a due anni di distanza dalla fusione con il London Stock Exchange, avrebbe deciso di riportare a Milano i server del circuito telematico di Piazza Affari. Obiettivo: colmare quel ritardo di molti millisecondi nelle transazioni che le macchine alloggiate a Londra causano per coloro che vogliono operare sul listino milanese.


Del resto, anche negli Stati Uniti alcune banche d'affari sottoscrivono contratti di co-location con il New York Stock Exchange per avere fisicamente i loro supercomputer a distanza di pochi metri dai server della Borsa americana.

Come spiega Donato Loscalzo, partner alla D. Armstrong & Co., il flash trading è pratica che permette ad alcuni investitori tecnologicamente sofisticati di vedere gli ordini degli altri investitori una frazione di secondo prima del resto del mercato. Una pratica, ovviamente, molto discussa per l'evidente vantaggio che fornisce agli high frequency trader, gli operatori che cavalcano le onde dei mercati aiutati da potenti algoritmi. «Al di là delle varie spiegazioni che le banche d'affari danno rimane sempre il sospetto che l'unica vera ragione che spinge a pagare affitti anche molto cari è un ritorno economico, dato dalla possibilità di fare flash trading, come sostengono le banche, o fronting, come molti altri scettici pensano». Per cui un ordine, a livello potenziale, può destabilizzare l'intero mercato, come il battito dell'ala di una farfalla nella teoria di Lorentz. Una storia di cui il mondo ha avuto ampia documentazione il 6 maggio 2010 quando l'indice Dow Jones è andato "in flash crash" (si veda l'articolo a pagina 11).

Algoritmi, dicevamo. Che lasciano poco spazio di manovra al vecchio, piccolo, trader. «L'utilizzo degli algoritmi finanziari è fisiologico: facilitano molto il lavoro degli operatori permettendo anche di riprodurre il comportamento di un trader eliminandone le componenti emotive. L'elemento da tener presente è che, per così dire, ci sono sia algoritmi buoni che algoritmi cattivi», dichiara Stefano Bargiacchi, trader professionista dal 2005.

Un esempio di un algoritmo "buono"? «Quando lavoravo per un fondo hedge usavamo spesso algortimi basati sul Vwap (Volume-weighted average price). Si utilizzano quando il fondo ha l'obiettivo di vendere o comprare grossi quantitativi di titoli, spesso in base a ordini eseguiti per conto di banche d'affari, che a fine giornata valutano i titoli in base al Vwap. L'algoritmo cerca di anticipare quale sarà il prezzo medio ponderato per i volumi a fine chiusura e sulla base di questo prezzo benchmark, va a distribuire le azioni su prezzi favorevoli all'operatività del fondo hedge lucrando sulla differenza». In questo modo la macchina aiuta l'uomo, senza danni per il sistema.

Ma ci sono anche algoritmi meno buoni. Come quelli che generano gli ordini-civetta attraverso i quali creano un interesse artificiale su un titolo attirando acquisti da investitori reali (quelli cioè che operano senza algoritmi, i piccoli trader per intenderci). Dopo aver portato "il gregge" verso l'acquisto di un titolo a un determinato prezzo, l'algoritmo "si gira" e inizia a vendere grandi quantità di azioni al prezzo più alto.

Buone e cattive che siano, queste formule che inondano i mercati di ordini automatici originano dalla fantasia dell'uomo che, ogni giorno, è a caccia dell'alchimia perfetta per potenziare le stringhe di codice e prevalere su quelle che diventano, in poche ore, demodè. Ma che sono anche in grado di rendere demodè una delle certezze dell'epoca della conoscenza: internet ha abbattuto le distanze. Nel mondo finanziario che corre sul filo dei millisecondi, una piccola stanza connessa a internet a pochi metri dalla Borsa può valere milioni di euro. Come dimostrano i server pronti a partire per il viaggio Londra-Milano. Con un biglietto di sola andata.

antonio.larizza@ilsole24ore.com
vito.lops@ilsole24ore.com

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