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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2011 alle ore 17:26.

Il «Pay to click» si appresta a entrare nel complesso mondo della sanità. E lo fa in uno dei settori che più si avvale di tecnologie informatiche, con alti costi di gestione: la radiologia. A lanciare anche in Italia la possibilità di gestire milioni di informazioni nella cloud - opportunità dedicata ai piccoli e medi ospedali e alle cliniche private, specie se si prevedono ampliamenti di servizi e sono necessari numerosi collegamenti con strutture sul territorio - è Carestream eHealth Managed Services. La progettualità, già presente in Europa a Orleans e in Olanda oltre che negli Usa, è stata presentata nel Centro per le tecnologie e l'innovazione del gruppo che si trova a Genova ed è attivo dal 2000 sul mercato dell'imaging medicale.

L'originale tariffa a consumo si propone come strumento efficace per ridurre i costi. «Con questo approccio la radiologia di un'ospedale di provincia può oggi risparmiare circa il 30% della spesa necessaria per la gestione di tutti gli esami radiologici, dalla risonanza magnetica alla tc fino ai test più tradizionali - spiega KevinJ. Hobert, Ceo di Carestream Health -. Intendiamo proporre un modello di business innovativo basato sul 'pay per study' che consenta minori investimenti iniziali con maggiori servizi. Grazie a questa offerta e a un'ottimale utilizzo della tecnologia a banda larga, che dovrà avere costi maggiormente competitivi, si potranno nel futuro creare comunità virtuali flessibili e sicure».

Proprio il costo elevato delle linee telefoniche appare oggi l'elemento più penalizzante per lo sviluppo di queste tecnologie nel nostro Paese. D'altro canto anche la medicina dovrebbe arrivare a giovarsi di strumenti che consentano di sfruttare le potenzialità del web, senza costringere l'utente a dotarsi di tutte le infrastrutture informatiche di hardware e dei software necessari. Come quando ci colleghiamo per le operazioni di banca on line e sfruttiamo la tecnica del 'cloud computing', senza avere la necessità di dotarci del programma di gestione ma semplicemente 'sfruttando' le potenzialità della rete. «In questo modo - prosegue Hobert - il bene diventa un servizio e, nell'ottica di esternalizzazione che la pubblica amministrazione sta mettendo in atto, la radiologia può diventare un modello applicativo di questo approccio. L'unica difficoltà che ancora può frenare l'avanzata del cloud computing negli ospedali si chiama privacy». Perché al momento si vive una sorta di 'vacatio', in mancanza di chiarezza sulla responsabilità dei dati sensibili relativi alla salute degli utenti.

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