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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2011 alle ore 15:45.

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Il Comune di Roma ha avviato il progetto di dematerializzazione della carta, risparmiando circa 10 milioni di euro nel 2010, che diventeranno 50 a fine 2011, a processo ultimato. Il Comune sta quindi rendendo digitali gli atti pubblici in tutti i settori operativi dell'amministrazione. A oggi ha dematerializzato 120mila atti, che coinvolgono 82 aree organizzative. Il risparmio viene da due fronti. Ci sono 5,5 milioni di fogli di carta in meno all'anno ed è stato possibile ridurre i tempi di lavoro.

Si tratta di 260mila giornate di lavoro in meno l'anno per la movimentazione di pratiche complesse e 30mila per l'impiego di personale addetto a distribuire quelle cartacee. Il lavoro è quindi anche reso più efficiente: i documenti sono immediatamente disponibili, in forma digitale, agli uffici competenti.

Il tutto avviene attraverso una piattaforma condivisa da circa 7mila operatori coinvolti nelle fasi di protocollazione, invio, accettazione e riassegnazione delle pratiche, su 15mila postazioni di lavoro collegate in banda larghissima. È una piattaforma applicativa di protocollo informatico e gestione documentale unica per tutti gli uffici, posta presso il Centro di elaborazione dati del Comune. Funziona così: il sistema dematerializza, attraverso la scansione, i documenti che transitano in entrata e uscita attraverso gli uffici. I documenti scansionati, previa notifica via e-mail, sono inoltrati agli uffici interessati. È un vantaggio anche per l'ambiente, nota il Comune: non solo perché i dipendenti consumano meno carta, ma anche perché non devono più usare l'auto per trasportare i documenti.

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